Autobus incendiato, Nicolò: «Mi sono offerto come ostaggio. Eravamo una bomba umana»
Nicolò è uno dei 51 studenti di scuola media che sono stati sequestrati da Oyssenou Sy. Ha raccontato a SkyTg24 di non aver esitato a farsi avanti perché tutti i suoi compagni erano terrorizzati.
23 marzo 2019
Il racconto del giovanissimo eroe senza paura
«Mi sono offerto come ostaggio perché era una situazione in
cui i miei compagni erano abbastanza terrorizzati –racconta Nicolò a SkyTg24 per
niente scosso con piglio deciso -. Voleva due ostaggi: uno l’ha preso lui,
l’altro sono andato io». Nicolò, uno dei 51 ragazzini della scuola Vailati di Crema presi in
ostaggio da Oyssenou Sy sul bus pregno di benzina e poi dato alle fiamme a
Peschiera Borrome,. non mostra paura o
agitazione quando racconta quei momenti. Dice di essersi offerto all’attentatore
come ostaggio perché «gli altri erano abbastanza impauriti e io pensavo di fare
la cosa giusta. Sapevo che se non l’avessi fatto saremmo esplosi. Eravamo una
bomba umana. Ha fatto una manovra, ha tirato fuori delle fascette da
elettricista, ha ordinato ai prof di ammanettare tutti quanti. Quelli delle
file dietro non mi ricordo ma non penso siano stati ammanettati Ha tirato fuori
due taniche. Una l’ha versata tutta sul pavimento, l’ha proprio lasciata
andare. L’altra - ricorda Nicolò - l’ha usata un po’ sul pavimento e poi ha imbevuto le tendine
dell’autobus con la benzina, così che quando avesse preso fuoco, tutto sarebbe andato
in fumo».
Il giorno dopo la tragedia non se l’è sentita di tornare a scuola, ma venerdì mattina è tornato ad abbracciare i suoi compagni.
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23 marzo 2019