San Giuliano: 44 esuberi per lo stabilimento locale della multinazionale Kennametal

Uilm Milano: «Ci batteremo contro la decisione inaccettabile della multinazionale: solo un mese fa rassicurazioni sullo stabilimento. Non si speculi sui lavoratori»

Lo stabilimento Kennametal di Sesto Ulteriano

Lo stabilimento Kennametal di Sesto Ulteriano

La sede ha aperto a Sesto Ulteriano solo nel 2011

La preoccupazione era già alta, tanto che nel mese di gennaio le sigle sindacali avevano richiesto un incontro con i vertici di Kennametal, multinazionale americana leader nella progettazione, distribuzione e fornitura di utensili e servizi per il taglio dei metalli. E proprio dal responsabile europeo delle vendite e dal direttore delle risorse umane Italia erano arrivate rassicurazioni sul fatto che lo stabilimento di San Giuliano, inaugurato nel 2011 in viale Lombardia 32 come polo tecnologico d'avanguardia, non fosse in discussione nel breve periodo. Nella convocazione di giovedì 2 marzo, invece, i vertici aziendali hanno annunciato ai sindacati e alle Rsu 44 esuberi su un totale di 54 lavoratori con l'attivazione della procedura di licenziamento collettivo che, secondo i termini della normativa, dovrebbe essere effettiva a partire dalla seconda metà di maggio. Nel sito sangiulianese, secondo quanto annunciato, dovrebbe così rimanere solo il reparto affilatura, che ad oggi occupa 10 addetti. Al tavolo dello scorso 11 gennaio, in risposta alle preoccupazioni di Fim, Fiom e Uilm circa l'andamento fluttuante delle commesse, peraltro non incentivate da una politica aziendale di consolidamento ed espansione produttiva, i rappresentanti aziendali avevano annunciato un impegno di 1mln di euro per l'acquisto di due nuovi macchinari. Tale investimento, considerato dai sindacati non sufficiente a garantire la piena competitività sul mercato, tuttavia non aveva fatto presagire una previsione di tagli del personale nel breve e medio periodo, sostanzialmente svuotando del tutto la produzione. «Non è accettabile - sono le parole del segretario Uilm Milano, Francesco Caruso - che a meno di due mesi da un incontro ufficiale in cui si è paventato un impegno economico di 1mln di euro e si è messo nero su bianco come lo stesso stabilimento non fosse in discussione nel breve periodo, si arrivi poi ad una inversione di marcia di tale portata. Non si può speculare sulle spalle dei lavoratori per trasferire le lavorazioni nei paesi dove il costo del lavoro è più basso, in India. ci batteremo perché quanto deciso dall'azienda non diventi una realtà». In azienda è stato proclamato lo stato di agitazione permanente e lo sciopero delle flessibilità e degli straordinari, in attesa dell'assemblea lunedì con i lavoratori durante la quale saranno definite ulteriori iniziative di mobilitazione.
Redazione Web