Il PD locale ribadisce la sua posizione pro-liquidazione di Acquamarina

«Abbiamo fatto bene a mettere in liquidazione Acquamarina, così come bisogna mettere in dismissione i carrozzoni inutili». Queste sono le parole di commento espresse dal gruppo consiliare del PD di Segrate al termine della Commissione Bilancio dello scorso 22 novembre.

Stiamo parlando della messa in liquidazione di Acquamarina, la società comunale che ha gestito per anni la piscina, gli impianti sportivi comunali e parte dei corsi di Segrate, messa in liquidazione per decisione congiunta di Pdl e PD, lo scorso marzo. Una decisione che, secondo alcuni esponenti dell’opposizione segratese e del Carroccio locale, era stata presa di fretta e senza salvaguardare i dipendenti della società partecipata del Comune. Fatto sta che, ottenuta la messa in liquidazione della società e tutelati i dipendenti, grazie anche a una raccolta firme organizzata da Segrate Nostra, presa in considerazione dall’Amministrazione, oggi Acquamarina chiede al Comune che vengano coperte le perdite consuntivate nel bilancio di pre-liquidazione. Cosa significa questo? Significa che la società sportiva che, si sa, non naviga in ottime acque, chiede all’Amministrazione un piccolo finanziamento per poter saldare gli stipendi dei dipendenti e di inserire questa spesa all’interno del le voci di bilancio di pre-liquidazione. «I numeri e le cifre – ha commentato il gruppo consiliare del PD - confermano quanto andiamo dicendo da tantissimo tempo: Acquamarina era una macchina che produceva perdite che sarebbero rimaste sulla schiena della collettività». E proprio per questo, secondo il PD locale, la decisione di mettere in liquidazione la società partecipata del Comune con alcuni mesi di anticipo rispetto al limite fissato per legge, ossia dicembre 2011, è stato solo un bene per la collettività. «Accumulare debiti su debiti - spiegano i consiglieri del PD - lasciando ai posteri la loro gestione, è un tipo di politica che non ci appartiene, così come non appartiene a nessun buon padre di famiglia. Urge liberarsene, al più presto».

Susanna Tosti