Segrate: approvato il bilancio di previsione 2015. Il Comune: «Azzerata la TASI sulla prima casa, ridotta la Tassa sui rifiuti, concrete possibilità di cancellare tutti i mutui»

Ma il Pd è critico: «È un libro dei sogni, gli oneri derivanti dal Centro Commerciale non potranno essere incassati, perché è ancora tutto in alto mare»

Il Consiglio Comunale di Segrate

Il Consiglio Comunale di Segrate

Il Comune di Segrate ha ufficialmente approvato il bilancio di previsione per il 2015, di fatto l’ultimo dell’ ”era Alessandrini”, che si avvicina al termine del mandato. «Si tratta di un bilancio sano e virtuoso – ha commentato a riguardo lo stesso primo cittadino - che, grazie alle scelte importanti effettuate negli anni dall’Amministrazione, può continuare a mantenere elevato lo standard dei servizi offerti alla cittadinanza nonostante i pesanti tagli subiti dal Governo centrale e consentirà alla prossima Amministrazione di lavorare al meglio per il bene della città». «Abbiamo operato una rigorosa revisione della spesa corrente – ha fatto eco Mario Grioni, vicesindaco e assessore al Bilancio - che non ci ha impedito comunque di continuare a garantire tutti i servizi e di lasciare inalterate ormai da 2 anni le tariffe dei servizi a domanda individuale». Il documento approvato si muove anzitutto nella direzione che porta alla riduzione della pressione fiscale, per mezzo dell’azzeramento della TASI, cioè l’imposta sulla prima casa, e della riduzione della TARI, ovvero la Tassa sui Rifiuti. «Riguardo la TASI Avremmo potuto fare ancora di più – ha sottolineato Grioni - se lo Stato non ci avesse sottratto anche quest’anno una parte cospicua delle imposte municipali, vale a dire l’IMU sui capannoni industriali, che per noi equivale a 8.700.000 euro. Con questa cifra avremmo potuto ridurre anche tutte le altre aliquote IMU, eliminare le addizionali comunali IRPEF, assicurare ulteriori servizi e a tariffe più convenienti». Per quanto concerne invece la TARI, è stata stabilita una riduzione per i privati pari al 4 – 5%, del 10% per le utenze non domestiche e fino al 37% in meno per ristoranti, pizzerie, e altri esercizi commerciali. Ulteriori elementi previsti sono poi l’abbattimento della spesa corrente per € 1.250.000 circa e l’estinzione di tutti i mutui in essere contratti per finanziare alcune opere pubbliche, riducendo così di € 2.500.000 la spesa per gli anni futuri. La copertura economica necessaria a rendere possibili questi ultimi 2 punti giungerà di fatto dall’introito di quasi 34 milioni di oneri di urbanizzazione, la maggior parte dei quali deriverà dall’inizio dei lavori per la creazione del nuovo centro commerciale che sorgerà nell’area dell’ex dogana. Proprio la previsione delle entrate economiche legate al futuro polo commerciale “Westfield Milan”, però, è stata accolta con particolare scetticismo dal Partito democratico segratese, che ha accusato l’Amministrazione Alessandrini di aver confezionato una sorta di “libro dei sogni”. «Queste somme non entreranno nel bilancio di quest'anno – ha commentato la compagine di minoranza in una nota - e, di conseguenza, non potranno essere spese. Ancora lunga, irta di difficoltà e incognite, è infatti la strada che porterà alla realizzazione del Centro Commerciale. In primo luogo, perchè la viabilità speciale (c.d. Cassanese–bis) collegata al Centro Commerciale e di servizio ad esso è ancora in alto mare. Mentre l'altro troncone, quello che fa parte dell’Accordo di Programma, non potrà essere realizzato in via diretta dall'operatore privato e dovrà invece seguire le forme della gara pubblica, come è stato chiarito dall'Autorità Anticorruzione (Leggi a riguardo l’articolo pubblicato da 7Giorni: http://bit.ly/17dVghW)». Ma il Pd segratese non ha risparmiato neppure una stoccata polemica in merito all’eliminazione della TASI. «Considerando i nuovi insediamenti – concludono i consiglieri di opposizione - che hanno appesantito la nostra città di traffico sul versante Cassanese e l’adeguamento dell’IMU per i terreni fabbricabili, le entrate tributarie per il 2015 saranno più o meno come quelle dello scorso anno. Potremmo aggiungere che quello che guadagnano con la cancellazione della TASI l’hanno già perso con la svalutazione del valore delle case a fronte di una offerta eccessiva». 
Alessandro Garlaschi