Tregarezzo: il Tar annulla l’ordinanza antirumore emanata dal Comune a difesa dei residenti

Il Tribunale amministrativo ha accolto il ricorso presentato dalla società Terminali Italia, che aveva impugnato il provvedimento

Il Comune: «La nostra battaglia però proseguirà»

Cattive notizie per i residenti del quartiere segratese di Tregarezzo giungono dal Tar, che ha annullato per vizio di incompetenza l’ordinanza anti-rumore che il sindaco, Paolo Micheli, aveva emanato lo scorso luglio. Da tempo gli abitanti lamentano una situazione divenuta insostenibile a causa dei forti rumori prodotti dalle attività di Terminali Italia, società del gruppo Ferrovie dello Stato che gestisce i servizi di carico e scarico merci. Si spiega così il provvedimento adottato dal primo cittadino che, in un’ottica di tutela della salute dei cittadini, aveva imposto alla società di adottare un piano di bonifica acustica e di sottoporsi a tutti i controlli relativi al rispetto del medesimo. L’ordinanza era stata adottata anche a seguito di una relazione dell'Arpa e degli esposti presentati da alcuni residenti della frazione, che denunciavano la persistenza di rumori oltre la soglia consentita nell'attività di movimentazione delle merci nel piazzale adiacente ai binari. Terminali Italia, però, aveva impugnato il provvedimento davanti al TAR, spingendo il Comune a costituirsi in giudizio per difendere l'ordinanza e per sostenere la necessità di rendere compatibile l'attività ferroviaria con il diritto alla salute dei residenti. La decisione dei giudici ha però accolto le istanze di Terminali Italia, stabilendo l'incompetenza del Comune a emettere il provvedimento sulla base del fatto che la materia delle immissioni acustiche prodotte nello svolgimento dei servizi pubblici essenziali, come nel caso di quello ferroviario, sarebbe regolamentata da disciplina speciale che la sottrae al regime ordinario. «Noi continueremo a lottare al fianco dei residenti di Tregarezzo – hanno fatto sapere dal Comune -. Abbiamo intenzione di inviare l'intero fascicolo, comprensivo delle relazioni dell'Arpa e della raccolta firme dei cittadini, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Contemporaneamente verranno attivati i canali politici necessari perché la questione non cada nel dimenticatoio».
Redazione Web