Le nuove botteghe italiane nel settore dei locali pubblici e dell’artigianato: tra passione e innovazione, la Partita Iva non fa più paura.
Una fetta significativa di nuovi esercenti è composta da donne e under 30, che sempre più spesso scelgono di aprire locali come caffetterie, wine bar o saloni di bellezza, dimostrando una spiccata capacità di coniugare creatività e gestione aziendale. Necessario sostenere il settore con nuove iniziative e meno burocrazia.

Negli ultimi anni, il panorama imprenditoriale italiano ha visto l’emergere di una nuova generazione di imprenditori, pronti a raccogliere il testimone di attività tradizionali come bar, ristoranti, panifici e parrucchieri. Questi nuovi protagonisti, spesso giovani o under 40, stanno ridisegnando il volto del commercio e dell’artigianato italiano, unendo tradizione e innovazione, ma affrontando anche sfide significative in un contesto economico e sociale in rapida evoluzione.
Chi sono i nuovi imprenditori?
I nuovi esercenti che scelgono di aprire locali pubblici o avviare attività artigianali sono spesso mossi da una forte passione per il settore in cui operano. Molti di loro hanno alle spalle esperienze formative o lavorative in ambiti diversi, ma decidono di investire in attività tradizionali per realizzare un sogno o per valorizzare il patrimonio culturale e gastronomico italiano. Non mancano, tuttavia, coloro che intraprendono questa strada per necessità, magari dopo aver perso un lavoro dipendente o per cercare un’alternativa al precariato.
Secondo recenti dati, una fetta significativa di questi imprenditori è composta da donne, che sempre più spesso scelgono di aprire locali come caffetterie, wine bar o saloni di bellezza, dimostrando una spiccata capacità di coniugare creatività e gestione aziendale. Inoltre, si registra un crescente interesse da parte di giovani under 30, spesso formati in scuole alberghiere o istituti professionali, che portano nuove idee e un approccio più digitalizzato al settore.
Località di villegiatura o città d'arte, poli produttivi o centri amministrativi, l'offerta di locali pubblici, e servizi alla persona, guidata dai nuovi imprenditori sta abbattendo gli stereotipi dei vecchi esercenti.
Sempre più europei, sempi più multiculturali, sempre più attenti alle esigenze dei propri ospiti, i nuovi negozianti stanno dando vita ad una vera e propria rivoluzione, capace di convivere con gli ecommerce e le nuove tendenze digitali.
Innovazione e tradizione: un binomio vincente
Uno degli aspetti più interessanti di questa nuova generazione di esercenti è la capacità di innovare senza snaturare le radici tradizionali delle attività. Ad esempio, molti nuovi panettieri stanno riscoprendo antiche ricette e metodi di lavorazione artigianale, ma li affiancano a tecniche moderne e a un’attenzione particolare alla sostenibilità, utilizzando ingredienti a km zero o packaging ecologici.
Allo stesso modo, nel settore della ristorazione e dei bar, si assiste a una crescente offerta di concept innovativi: dai locali che propongono cucina fusion ai coffee shop specializzati in caffè di alta qualità, fino ai ristoranti che integrano esperienze culturali o musicali. L’uso dei social media e delle piattaforme digitali per la promozione è diventato un elemento chiave per attrarre clientela, soprattutto tra i più giovani.
Le sfide da affrontare
Nonostante l’entusiasmo e la creatività, i nuovi imprenditori devono fare i conti con una serie di sfide. In primo luogo, l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, aggravato dalla crisi energetica e dall’inflazione, sta mettendo a dura prova la redditività di molte attività. Inoltre, la concorrenza è agguerrita, soprattutto nelle grandi città, dove il mercato è saturo e i clienti sono sempre più esigenti.
Un’altra difficoltà è rappresentata dalla burocrazia, spesso considerata un ostacolo insormontabile per chi vuole avviare un’attività in Italia. Le procedure lunghe e complesse, insieme a un sistema fiscale spesso poco agevole, scoraggiano molti potenziali imprenditori.
Infine, non bisogna sottovalutare l’impatto del cambiamento delle abitudini dei consumatori. La crescente domanda di servizi digitali, come la consegna a domicilio o la prenotazione online, richiede un adattamento rapido e investimenti in tecnologie che non tutti possono permettersi.
Il gettito fiscale e il lavoro nel commercio di vicinato e nei pubblici esercizi
Il commercio di vicinato e i pubblici esercizi rappresentano una delle colonne portanti dell’economia italiana, contribuendo in modo significativo al gettito fiscale e offrendo opportunità di lavoro a migliaia di persone. Secondo i dati più recenti di Confcommercio, il settore dei pubblici esercizi (che include bar, ristoranti, alberghi e locali notturni) genera un fatturato annuo di oltre 100 miliardi di euro, con un contributo al PIL nazionale che si attesta intorno al 6%. A ciò si aggiunge il commercio di vicinato, che comprende piccoli negozi alimentari, panifici, saloni di bellezza e altre attività artigianali, il quale contribuisce ulteriormente con decine di miliardi di euro all’anno.
In termini di gettito fiscale, il settore è uno dei più rilevanti per l’erario. Le imposte dirette e indirette generate da queste attività superano i 20 miliardi di euro annui, una cifra che include IVA, imposte sui redditi e contributi previdenziali. Tuttavia, nonostante il loro ruolo cruciale, molti di questi esercizi faticano a sopravvivere a causa dell’aumento dei costi energetici, della concorrenza della grande distribuzione e delle piattaforme digitali, nonché della pressione fiscale, che spesso viene percepita come eccessiva dalle piccole imprese.
Per quanto riguarda l’occupazione, il settore dei pubblici esercizi e del commercio di vicinato impiega oltre 2,5 milioni di persone, rappresentando uno dei principali bacini di lavoro in Italia. Si tratta di un comparto che offre opportunità a un’ampia gamma di professionalità, dai cuochi e camerieri ai panettieri, parrucchieri e gestori di negozi. Nonostante le difficoltà legate alla crisi economica e alla pandemia, che hanno portato alla chiusura di migliaia di attività, il settore continua a essere un pilastro per l’occupazione, soprattutto per i giovani e per gli stranieri, che trovano in queste attività un’opportunità di integrazione e crescita professionale.
I nuovi imprenditori italiani nel settore dei locali pubblici e dell’artigianato rappresentano un’importante linfa vitale per l’economia del Paese. Con la loro energia, creatività e capacità di innovare, stanno mantenendo vive tradizioni secolari, adattandole alle esigenze del mercato moderno. Tuttavia, per sostenere questa rinascita imprenditoriale, è necessario che le istituzioni intervengano con politiche di sostegno, semplificazione burocratica e incentivi fiscali, affinché queste attività possano continuare a crescere e prosperare.
La Partita Iva non fa più paura, questi imprenditori rappresentano non solo un motore per
l’economia, ma anche un simbolo di resilienza e speranza per il futuro.
Giulio Carnevale