Grande fiaccolata a Pantigliate per Daniele Potenzoni

I cittadini hanno sfilato per le vie della città per richiamare l’attenzione sulla triste storia del loro concittadino, scomparso nel nulla a Roma nel giugno del 2015

Il padre: «Non voglio rassegnarmi, continuerò a cercarlo»

Pantigliate non si rassegna e continua a cercare Daniele, nella speranza di poterlo riabbracciare. Erano in tanti i cittadini che, domenica 5 marzo, hanno sfilato per le vie della città con le fiaccole tra le mani, per mantenere alta l’attenzione sul mistero che ancora avvolge la scomparsa del loro concittadino. Era il 10 giugno del 2015 quando Daniele, 38enne affetto da autismo, si trovava in gita a Roma con un gruppo di disabili provenienti dal Sudmilano, sotto la sorveglianza di due operatori del centro diurno di Borgolombardo. Per recarsi in Vaticano, la comitiva si apprestava a prendere la metropolitana ed è stato proprio qui che di Daniele si sono perse le tracce, come se la ressa di pendolari lo avesse letteralmente inghiottito. Da allora, famigliari e amici, ma anche tanti volontari di Pantigliate, non hanno mai smesso di cercarlo, tappezzando la Capitale di volantini e coadiuvando le ricerche delle forze dell’ordine, purtroppo senza successo. «Stasera siamo qui per rinnovare il nostro appello – ha annunciato Francesco Potenzoni, padre di Daniele, nel corso della fiaccolata -, per far sentire la nostra voce alle istituzioni e a chi ci deve dare ascolto, perché ci sentiamo abbandonati da chi deve cercare Daniele, ma qui Daniele lo aspettano tutti. Infatti la popolazione di Pantigliate e tutte le associazioni sono qui stasera per far si che Daniele non venga dimenticato nel nulla». Partito dalla piazza comunale, il corteo si è incamminato per il centro cittadino ed ha poi raggiunto la piazza della biblioteca, alla presenza del sindaco Claudio Veneziano, dei rappresentanti di numerose associazioni locali e delle telecamere di Mediaset. «Lo Stato ci deve aiutare – ha concluso commosso Francesco Potenzoni -, non solo noi, ma tutti i genitori che stanno vivendo la nostra stessa angoscia. Cosa sia successo veramente quel giorno ancora non me l’hanno spiegato. Sicuramente c’è stata negligenza da parte di chi aveva Daniele in custodia ed è stata sottovalutata la pericolosità di una grande città come Roma, soprattutto per un gruppo di ragazzi disabili. In questo momento la nostra non è vita, il nostro pensiero va sempre a Daniele e non smetteremo mai di cercarlo».
Redazione Web