Inchiesta: il 34% dei ragazzi non riesce ad immaginare il proprio futuro, il 30% non parla con nessuno del proprio malessere

Ansia da prestazione, paura per il futuro, aspettative personali o familiari da soddisfare e il terrore di fallire. Sono queste le emozioni provate da centinaia di giovani, soprattutto nel post Pandemia, e che spesso non riescono a trovare nelle figure di riferimento il giusto supporto per affrontarle e superarle

Ansia da prestazione, paura per il futuro, aspettative personali o familiari da soddisfare e il terrore di fallire. Sono queste le emozioni provate da centinaia di giovani, soprattutto nel post Pandemia, e che spesso non riescono a trovare nelle figure di riferimento il giusto supporto per affrontarle e superarle. A dirlo sono alcuni dei dati che emergono dalle risposte di quasi 400 studenti, delle scuole superiori di Milano e provincia, al questionario proposto da ItaliaAdozioni per preparare il convegno “I giovani e la speranza nel futuro” che si è svolto a Milano, il 26 novembre u.s, presso l’aula Barelli dell’Università Cattolica. Rielaborate e trasformate in un accurato documento informativo disponibile al link "report-del-convegno", le loro voci sono un campanello di allarme per il mondo della scuola, la Politica, le Istituzioni e i media.

L’Associazione, che nasce con la volontà di dare supporto alle famiglie adottive e affidatarie, da tempo ha scelto di approfondire le tematiche giovanili a 360°, coinvolgendo i ragazzi in prima persona. Difatti, al convegno organizzato a Milano, sono stati i ragazzi a parlare e gli adulti ad ascoltare, secondo una modalità totalmente nuova di approccio al tema

Il comitato scientifico composto dal Dott. Albizzati (neuropsichiatra), dalla Dott.ssa Bodini (CNR), dal Prof. Erba (docente e scrittore) e dalla Dott.ssa Sellitto (neuropsichiatra infantile), ha predisposto un questionario di 46 domande che indagano 4 aree: 

I giovani e la scuola;

I giovani e gli affetti;

I giovani e la percezione del malessere giovanile;

I giovani e la speranza del futuro. 

La scuola

Solo il 22% dei rispondenti ha dichiarato di avere una motivazione bassa o molto bassa nei confronti della scuola, mentre il 35% ha risposto di avere una motivazione alta o molto alta. Oltre il 75% ha dichiarato di avere un rapporto positivo o molto positivo con i docenti e solo una quota minima (4%) ha dichiarato di avere un rapporto negativo o molto negativo. È riconosciuta la competenza degli insegnanti: il 42% dei rispondenti li ritiene molto o completamente competenti, mentre solo il 17% li ritiene poco o per nulla competenti. Il ruolo educativo degli insegnanti è riconosciuto molto parzialmente: il 37% dei soggetti ritiene che i propri insegnanti siano per loro anche un riferimento educativo, il 45% ritiene che lo siano “poco” o “per nulla”.

Gli affetti 

In caso di eventi spiacevoli, il punto di riferimento per confidarsi è, per la larga maggioranza dei rispondenti, uno degli affetti più vicini: un amico o un compagno di scuola (nel 71% dei casi), o un genitore/tutore (46% delle preferenze). Ma, ALLARME ROSSO !!, una quota di poco superiore al 30% del campione dichiara, tra le sue scelte, anche quella di non confidarsi con nessuno. Per il 13% del campione, non confidarsi con nessuno è l’unica scelta riportata. Durante la pandemia il 31% dei rispondenti avrebbe voluto rivolgersi ad un servizio di supporto psicologico, ma non l’ha fatto. Sempre in tema di affetti, il 16% dei rispondenti dichiara di avere rapporti difficili o anche assenti con i familiari (!!) ed il 18% dei ragazzi dichiara la stessa difficoltà o assenza di rapporti anche con i coetanei, fuori dalle mura scolastiche.

I dati emersi dalle risposte al questionario dimostrano ancora una volta la rilevanza dei tanti allarmi lanciati su scala mondiale sulla necessità urgente di prendersi cura della salute mentale degli adolescenti. In Italia la Società Italiana di Pediatria, in un monitoraggio condotto in 9 regioni italiane nel periodo marzo 2020-marzo 2021, rileva come, a fronte di un calo degli accessi totali degli under 18 ai Pronto Soccorso (-48%) dovuto alla paura dei contagi, gli accessi ai PS per patologie di interesse neuropsichiatrico sono aumentati dell’84% rispetto al periodo pre-pandemico (marzo 2019/marzo 2020).

L'inchiesta continua dopo le immagini e i grafici
Fig.:1 risposte al quesito “I seguenti soggetti quanto contribuiscono al malessere dei giovani”

Fig.:1 risposte al quesito “I seguenti soggetti quanto contribuiscono al malessere dei giovani”

Fig:2 risposte al quesito “I seguenti soggetti quanto potrebbero contribuire alla riduzione del malessere dei giovani”

Fig:2 risposte al quesito “I seguenti soggetti quanto potrebbero contribuire alla riduzione del malessere dei giovani”

ll malessere giovanile

I social media, la scuola e in misura un poco minore la famiglia sono le istituzioni che sono ritenute contribuire molto o moltissimo al malessere giovanile, mentre i media, la classe politica, le istituzioni religiose e le associazioni giovanili sono ritenute dare poco o nullo contributo (Fig.1). La famiglia e la scuola sono anche le istituzioni che molto o moltissimo potrebbero contribuire a ridurre il malessere, insieme alle associazioni giovanili (Fig.2).

La speranza nel futuro

Complessivamente, il 61% del campione dichiara di avere una qualche speranza nel futuro, mentre il 32% dichiara di averne poca, e il 4% addirittura nessuna. Il 71% del campione si immagina a 30 anni con un lavoro stabile, ma il 31% si vede all’estero. Il 14%, invece, si immagina ancora in cerca di lavoro o con un lavoro precario, in Italia o all’estero. Con riferimento ai propri modelli di ispirazione, il 31% del campione si vede a 30 anni come gli adulti della propria famiglia, genitori prevalentemente ma anche fratelli più grandi. Il 27%, si ispira a un personaggio di successo.
Il 34% dei rispondenti non si sa immaginare. (!!)

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Ma i giovani sanno anche reagire

Come i ragazzi di Tutto Annodato di Moncalieri (TO) che dall’esperienza traumatica della perdita di un compagno di classe (suicidatosi nel 2021) hanno tratto la volontà e la forza di comunicare ai propri coetanei (e non solo) come parlare, come agire, come aiutare, come sensibilizzare e ridurre lo stigma attorno al tema della salute mentale.

Come i ragazzi di Controluce, la web radio di Ancona che ogni giorno, in diretta, trasmette contenuti di attualità dando la possibilità di un continuo confronto tra i giovani speakers e il loro pubblico mettendo anche a disposizione podcast e playlist a tema.

Come i ragazzi che frequentano il liceo coreutico Tito Livio di Milano, che ballano sulle note  eseguite dall'orchestra “Magica Musica” di Cremona (composta anche da ragazzi con disabilità) che insieme hanno fatto uno spettacolo sulla diversità: il musical “SBULLI, la diversità come antidoto al bullismo”.

Questi citati sono alcuni degli interventi svolti durante il convegno “I Giovani e la speranza nel futuro. Dal malessere alle esperienze positive” organizzato da ItaliaAdozioni, patrocinato dal Garante dell’Infanzia e dell’adolescenza di Regione Lombardia, Dr. Riccardo Bettiga, e moderato dal Dott. Alessandro Albizzati, neuropsichiatra, direttore dei Poli Territoriali UONPIA dell'ASST Santi Paolo Carlo di Milano.

ItaliaAdozioni è un’associazione di promozione sociale attiva sul web e presente sul territorio nazionale dal 2012 la cui missione è quella di favorire una migliore cultura dell’Adozione e dell’Affido nel nostro Paese.