L’importanza dei leader negli ambiti sociali e politici

la stessa che almeno una volta nella vita è capitata a ognuno di noi, che è la seguente: leader si nasce o si diventa? L’attitudine al comando è innata o si acquisisce con l’esperienza? In ognuno di noi esistono potenzialità a volte inespresse che aspettano solo il momento giusto per esprimersi; potenzialità che soltanto attraverso l’apprendimento dall’esperienza, un valido supporto famigliare, un impiego polivalente delle proprie risorse, l’attenzione ai particolari e la capacità di confrontarsi con gli altri possono aiutare a risvegliarle. Queste componenti sono fondamentali all’esercizio nei vari ambiti: politico, personale, lavorativo, della leadership.
La leadership si manifesta quando le persone che dipendono da qualcuno, il cosiddetto capo, ne percepiscono i valori espressi dalla sua creatività, dalla sua capacità di leggere gli eventi, dalla sua abilità nel trasmettere messaggi e obiettivi e che questi diventino patrimonio comune. Un capo deve saper esercitare la leadership nel rispetto del prossimo, degli impegni presi, non ci può essere leadership che non contempli il rispetto sia degli interlocutori sia dei propri collaboratori. Può capitare di alterarsi, ma non deve capitare di non comprendersi, non può succedere che questo stato/conflitto permanga nel tempo. La vera leadership si esprime attraverso l’esercizio dell’umiltà e dell’educazione. Umiltà nell’affiancarsi ai propri collaboratori e dimostrare che sono la capacità e l’impegno gli elementi distintivi e non il grado o la funzione.
Un leader deve essere in grado di fare, in termini di impegno e disponibilità, quello che chiede ai suoi collaboratori, ma nel contempo non può pretendere che i suoi collaboratori riescano a fare quello che è in grado di fare lui. Mostrando rispetto per i collaboratori, che si esercita nel capire le loro esigenze, prima di tutto come persone, si ottiene credibilità e fiducia: elementi fondamentali per il successo del team. Non sempre si osserva nei capi le caratteristiche sopra riportate perché molto spesso il mondo politico e lavorativo privilegiano non l’aspetto meritocratico, il riconoscimento delle capacità, ma l’aspetto corporativo, l’appartenenza alla cordata, il nepotismo e la convenienza politica, creando team deboli che gestiscono l’ordinario e non sono in grado di prevedere il futuro e conseguentemente situazioni di crisi o di contrasti interni se il team opera in un’azienda; situazioni di paralisi amministrativa, degrado urbano e insoddisfazione nei cittadini se il team, di natura politica, opera all’interno di un’amministrazione comunale, provinciale o regionale.

“Il lavoro è come un palo: ha due capi. Se lavori per uno che se ne intende gli dai la qualità, ma se lo fai per uno stupido, basta contentare l’occhio” –
A. Solzenicyn