Operare in sicurezza nel settore chimico e farmaceutico

Per lavorare in condizioni di massima sicurezza nel settore farmaceutico e in quello chimico sono necessari numerosi strumenti: una grande varietà di attrezzature che servono non solo a rendere più semplici molte mansioni, ma soprattutto a proteggere gli operatori. I tecnici di laboratorio che si trovano alle prese con particolari reagenti, per esempio, sono tenuti a indossare il camice, i guanti e le mascherine. Non vanno dimenticati, poi, i dispositivi di protezione individuali per le vie respiratorio, che servono a prevenire l’ingresso di vapori e polveri all’interno delle vie respiratorie: respiratori e maschere all’avanguardia, che mettono i lavoratori in condizioni di evitare qualsiasi rischio anche a fronte di reagenti molto aggressivi

Gli strumenti da laboratorio

In un laboratorio, poi, la strumentazione comprende anche i becher e tutti gli altri contenitori di vetro, senza dimenticare gli utensili in metallo, tra cui le pinzette. Per la movimentazione delle soluzioni, invece, occorrono i tubi in PTFE come quelli che vengono prodotti da Unigasket; anche il tubo in silicone rinforzato è un accessorio comune in questi contesti.

L’importanza delle maschere facciali

Ognuno di noi nel corso di questi ultimi mesi è stato costretto a prendere dimestichezza con le maschere facciali, che però per chi è impiegato nel settore chimico o in quello medico rappresentano una consolidata abitudine. Questi sistemi sono muniti di un filtro la cui trama può essere più o meno ampia a seconda del tipo di lavoro che deve essere svolto. Così non c’è il rischio che le micro particelle di sostanze pericolose o i vapori possano raggiungere l’apparato respiratorio, in quanto vengono fermate prima. Come abbiamo imparato nostro malgrado per colpa della pandemia da Covid 19, l’autonomia dei filtri è limitata, il che vuol dire che essi devono essere sostituiti a

Il rischio chimico

Si parla di rischio chimico per indicare il pericolo di esposizione a preparati nocivi o a sostanze tossiche. Gli addetti ai lavori vi sono coinvolti sia nel caso delle attività ad esposizione diretta sia nel caso delle attività ad esposizione indiretta. Le prime corrispondono alle industrie che fabbricano i prodotti chimici potenzialmente pericolosi; le seconde alle industrie che si limitano a usare questi prodotti nel ciclo di lavorazione.

Le caratteristiche dei camici

I camici che vengono impiegati in un laboratorio di chimica hanno lo scopo di proteggere tutto il corpo degli operatori, ma al tempo stesso servono a evitare che venga alterata l’integrità degli oggetti che sono esaminati. I camici devono, proprio per questo motivo, essere dotati di maniche lunghe e avere una lunghezza fino alle ginocchia. Inoltre devono essere realizzati al 100% in cotone e risultare ignifughi; il loro tessuto deve essere spesso e antiacido. Ma al di là del camice un lavoratore di questo settore può aver bisogno anche degli occhiali da laboratorio. Ancora, le cuffie plissè in tnt sono raccomandate per le persone con i capelli lunghi, mentre i copri scarpe permettono di evitare le contaminazioni dovute ad agenti esterni. Se muniti di elastico alle caviglie, i copri scarpe sono impermeabili.

Gli accessori: i becher

I becher di vetro (a volte indicati anche con i nomi di beker o beaker) sono recipienti che possono essere usati ad alte temperature (se sono realizzati in vetro borosilicato). A volte al posto del vetro si impiegano il polipropilene o altre materie plastiche. Un becher ha lo scopo di raccogliere liquidi, ma può essere utilizzato anche per creare soluzioni o per sciogliere sostanze. La sua capacità è variabile a seconda dei contenitori, e ha la forma di un cilindro

Perché si usa il vetro

Il ricorso al vetro per la composizione dei recipienti usati nel settore farmaceutico e in quello chimico non è casuale. Esso, infatti, è in grado di resistere alla maggior parte dei prodotti chimici che vengono utilizzati in genere in laboratorio, visto che in pratica può essere corroso solo dalle basi forti e dall’acido fluoridrico. E poi, ovviamente, il vetro è trasparente, il che è importante per riuscire ad accertare la tonalità e il colore di una soluzione. Oltre ai becher, in un laboratorio vengono usati gli imbuti, i contagocce, le beute, gli agitatori, le piastre di Petri, i tubi a U e i vetri da orologio.

Le beute

Le beute, concepite per consentire il trattamento di sostanze, sono realizzate in genere in vetro pirex, in modo da riuscire a resistere a eventuali shock termici che si potrebbero verificare per effetto del riscaldamento su piastre termiche. Le beute sono utilizzate in molti casi allo scopo di sciogliere i sali, tramite l’adozione di specifici solventi, in modo da scatenare particolari reazioni chimiche a caldo o a temperatura ambiente. Il collo stretto è indispensabile per impedire che, mentre si agitano i liquidi, si verifichi una fuoriuscita di schizzi accidentali che potrebbe risultare pericolosa.