Osservatorio Medio Oriente: il carcere di Ghwayran, nel nord-est della Siria, è stato attaccato da militanti dello Stato Islamico

La prigione, controllata dalle forze curde filoamericane, è stata attaccata con tre autobombe, con l’intento di liberare militanti dell’IS

Negli ultimi giorni tutti i riflettori sono puntati sulle crescenti tensioni concernenti l’ammasso di truppe vicino ai confini ucraini. Senza sminuire l’importanza di tale situazione, di cui eventualmente scriverò nei prossimi giorni, c’è da sottolineare che tanti eventi, altrettanto gravi, sono passati in sordina. 

Tra questi vorrei portare alla vostra attenzione uno degli ultimi sviluppi legati al gruppo terroristico dell’IS (Islamic State, precedentemente conosciuto come ISIS). Infatti, in data 20 gennaio, una cosiddetta “sleeping cell” (cellula dormiente) del gruppo ha sferrato un attacco alla prigione di Ghwayran, situata nella città di Hasaka, nel nord-est della Siria. La prigione, controllata dalle forze curde, è stata attaccata con tre autobombe, con l’intento di liberare militanti dell’IS. La BBC, infatti, stima che nella struttura vi fossero circa 3,500 sospetti affiliati del gruppo, inclusi alcuni leader. Mentre il Syrian Observatory for Human Rights afferma che centinaia di jihadisti sono stati ricatturati dalle Forze Democratiche Siriane (FDS, milizie supportate dagli Stati Uniti), molti altri sono riusciti a scappare. 

Erano sei mesi che la cellula dormiente dell’IS organizzava l’assedio, che è stato definito il più grande attacco coordinato dal gruppo jihadista sin dalla caduta del suo sedicente califfato tre anni fa, nel 2019. Dopo le esplosioni delle autobombe, le forze curde e alcune truppe americane hanno circondato la prigione, dando origine ad una settimana di scontri contro i militanti dell’IS. Durante i combattimenti, sarebbero morti almeno 124 jihadisti, 50 combattenti curdi e sette civili. Entro lunedì 24 erano più di 300 i militanti jihadisti ad essersi arresi e mercoledì 26 Farhad Shami, il portavoce dell’FDS, ha annunciato di aver riconquistato completamente la prigione e i restanti prigionieri.

Il successo che l’IS ha riscontrato con questa operazione fa temere il risorgere della minaccia jihadista: il 22 gennaio, un video pubblicato dai canali social dell’IS mostra che molti ex-prigionieri di Ghwayran son stati liberati con successo e nel filmato vengono mostrati anche alcuni ostaggi. Al contrario, l’Operation Inherent Resolve (IOR), la missione americana anti-IS, afferma che l’operazione contro il carcere non causerà troppi problemi né in Siria né in Iraq.  

Questo non è il primo assalto contro una prigione che mira a liberare militanti affiliati all’IS, e le forze dell’FDS temono ulteriori attacchi. Abdulkarim Omar, il funzionario di politica estera dell’FDS, denuncia la comunità internazionale di aver lasciato le forze curde a gestire i quasi 12,000 jihadisti rinchiusi nelle carceri della regione: “La questione è un problema internazionale e la comunità internazionale dovrebbe aiutare a migliorare le condizioni di sicurezza e umanitarie dei centri di detenzione”. 

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Arianna Cerea