A Rogoredo un muro alto 4 metri contro lo spaccio di droga

In aggiunta anche recinzioni e chiusura dei varchi. De Corato: «Bene il muro, ora però si pensi anche alla sicurezza dei residenti. Regione farà la sua parte»

Il muro in costruzione

Il muro in costruzione foto Ansa

Sarà finito in settimana il muro, la cui realizzazione è stata discussa e approvata in un Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza dello scorso maggio, nel cosiddetto “boschetto di Rogoredo”. Il manufatto, che ha un'estensione di oltre 200 metri ed è alto quattro, è stato progettato per fronteggiare il fenomeno dello spaccio da anni al centro di proteste da parte dei residenti e periodicamente interessato da operazioni di polizia. Il muro, che si trova immediatamente fuori dalla stazione ferroviaria, costituisce una delle opere decise in un tavolo di coordinamento presieduto dalla Prefettura e al quale hanno partecipato tutti gli enti preposti alla sicurezza, tra cui la struttura di protezione aziendale di Rfi. L’opera rappresenta di fatto solo una parte degli interventi eseguiti intorno alla stazione di Rogoredo: a poche centinaia di metri dal manufatto è stata infatti realizzata la chiusura varchi dello scavalco ferroviario e sono state collocate delle recinzioni per evitare gli attraversamenti irregolari dei binari. I lavori sono partiti a luglio, per un costo di 700mila euro. 

«Fa piacere vedere che si sia pensato a “difendere” la stazione e i passeggeri dei treni e a limitare le vie di accesso e di fuga di spacciatori e tossici dal boschetto – commenta Riccardo De Corato, assessore lombardo alla Sicurezza -, però adesso bisogna pensare anche alla sicurezza dei residenti esasperati. Il Comune cominci a disboscare l’area dagli alberi nati spontaneamente, gli ailanti, dove trovano rifugio spacciatori e tossicodipendenti, e ad installare telecamere per videosorvegliare l’area. Questura e Prefettura invece posizionino un camper delle forze dell’ordine h24». L’assessore sottolinea poi i provvedimenti che adotterà la Regione a riguardo, cioè finanziamenti per telecamere, presidi delle forze dell’ordine e body cam per le pattuglie. 
Redazione Web

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