4.400 euro di multa per l'esposizione di 3 striscioni

La disavventura di un Imprenditore peschierese che non ha seguito la procedura esatta per pagare le affissioni pubblicitarie

"Qualunque forma di pubblicità esterna è soggetta al pagamento di un’imposta, da versare al Comune nel cui territorio è esposta la pubblicità." Questo, è quanto dice il decreto 507 del 1993 che disciplina, appunto, i diritti di pubblicità. Sempre secondo questo decreto, nel caso in cui sia omessa la dichiarazione di esposizione di una pubblicità, il soggetto deve risarcire il Comune con il pagamento dell’imposta riferita all’intero anno solare in corso. Ecco cosa è successo a “Caminart”, un’azienda peschierese produttrice di caminetti. Lo scorso settembre, l’azienda, che ha sede nella zona industriale di Peschiera, ha esposto quattro striscioni pubblicitari all’interno del cortile di proprietà. Infatti, Ulisse Seghizzi, titolare della ditta, ha pensato di esibire gli striscioni in un periodo di grande affluenza di gente, in concomitanza della festa patronale. Quella di Seghizzi, però, non è stata la classica “furbata”. Infatti, l’imprenditore ci ha spiegato che lo scorso maggio, aveva scritto una lettera al sindaco di Peschiera, Antonio Falletta, comunicando che avrebbe esposto temporaneamente alcuni striscioni, vista la presenza di continui lavori sulla SP Paullese, cosa che limitava molto la visibilità dell’azienda. Una volta che la lettera è stata protocollata,pssati i 60 gg per la risposta, il proprietario si è sentito autorizzato a effettuare questa operazione pubblicitaria. Puntuale come un orologio svizzero, però, è arrivata la cartella esattoriale della “San Marco Spa”, l’agenzia che gestisce le entrate tributarie di alcuni Enti Locali della zona, tra cui quelle relative al comune di Peschiera. «L’esposizione di tre striscioni in Pvc per pochi giorni - ha dichiarato preoccupato Seghizzi - mi è costata quasi come l’affitto annuale di un appartamento. Sicuramente approfondirò la questione con il Primo cittadino». Infatti l’imprenditore, ha pensato fosse sufficiente avvertire il Comune. Abbiamo chiesto ulteriori spiegazioni a un operatore dell’agenzia tributaria, che ci ha confermato quanto stabilito dal decreto. «Se il signor Seghizzi avesse fatto le cose per bene – ha dichiarato un dipendente dell’agenzia – avrebbe pagato un decimo rispetto a quanto gli è stato notificato. Noi – ha precisato il funzionario – non abbiamo ricevuto alcuna informazione a riguardo da parte del Comune di Peschiera, e per questo abbiamo dovuto procedere secondo la legge». Neppure con una lettera di spiegazione, spedita da Caminart, è stato possibile ridurre l’importo dell’imposta da versare. Insomma, l’unica soluzione rimasta all’azienda di caminetti, pare essere quella di fare ricorso alla Commissione Provinciale Territoriale di Milano, ma sarà difficile, anche in quella sede, ottenere una risposta positiva.

Susanna Tosti