Gestiva un “dormitorio” per prostitute a San Giuliano: 10 anni a 28enne nigeriana
La donna gestiva anche la contabilità dell’organizzazione che sfruttava le ragazze, tutte africane, le quali venivano sottomesse psicologicamente anche per mezzo di riti voodoo
14 luglio 2016
Le accuse sono di sfruttamento e riduzione in schiavitù
Giunge finalmente a una lieta conclusione una triste storia fatta di violenze e soprusi ai danni di giovani ragazze africane, principalmente provenienti dalla Nigeria, attirate in Italia con la promessa di un lavoro e poi avviate sulle strade della prostituzione. Il Tribunale di Milano, infatti, ha condannato i vertici dell’organizzazione che le sfruttava, composta da tre uomini e una donna anch’essi di nazionalità africana, tutti con le accuse di riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione. Tra questi spicca la figura di J.A., una 28enne che aveva trasformato il suo appartamento di San Giuliano in una sorta di dormitorio per le lucciole, le quali dovevano corrisponderle 50 euro al giorno. La donna, che le ragazze conoscevano con lo pseudonimo di “madame”, gestiva anche la contabilità inerente lo sfruttamento delle giovani. A lei il Giudice, a conclusione del dibattimento per rito abbreviato, ha inflitto una pena pari a dieci anni di carcere. Tra gli altri componenti della banda figura anche il marito della 28enne, cioè il 29enne O.I., che abitava con lei nel domicilio di San Giuliano, e altri due nigeriani, il 29enne E.I. e il 24enne O.U., residenti a Roma. Mentre quest’ultimo è stato assolto, al marito di “madame” e all’altro complice sono invece state attribuite pene intorno ai 6 anni di carcere. Gli arresti dei componenti della banda di sfruttatori risalgono al novembre scorso e sono stati possibili grazie alla denuncia di una nigeriana poco più che 20enne, la quale aveva trovato il coraggio di chiedere aiuto alle forze dell’ordine. Alla polizia la ragazza ha raccontato di essere arrivata in Italia su un barcone nel 2011 dietro la promessa di un lavoro regolare, salvo poi essere avviata sulle strade della prostituzione dai componenti dell’organizzazione. La giovane aveva denunciato di essere stata sottoposta a ogni forma di vessazione psicologica anche per mezzo di macabri riti voodoo, per vincolarla all’obbedienza. Oltre a lei, le forze dell’ordine hanno individuato altre otto ragazze sottoposte allo stesso trattamento e tutte erano costrette a vendere il proprio corpo lungo la Binasca.
Redazione Web
14 luglio 2016