SP39 Cerca: «Queste rotatorie salvano vite». Gabriele e Lucente tralasciano le polemiche di Report e rivendicano il valore delle opere
In conferenza stampa emerge un messaggio chiaro: «Parlare di favoritismi è irrispettoso verso le famiglie che hanno perso qualcuno su quella strada»

«C’è chi ha voluto insinuare che si trattasse di scelte clientelari. In realtà queste rotatorie salvano vite. E la SP39 è una strada su cui sono morte troppe persone. Parlare di sprechi, di favoritismi, è irrispettoso verso quelle famiglie e verso un territorio che per anni ha atteso questi interventi». È con queste parole che l’assessore regionale ai Trasporti Franco Lucente ha chiuso ogni spiraglio alla polemica sollevata da Report, senza mai nominarla esplicitamente, durante la conferenza stampa tenutasi giovedì 11 giugno a Tribiano per presentare la conclusione dei lavori delle due rotatorie sulla SP39 Cerca.
Il sindaco Roberto Gabriele e lo stesso Lucente hanno scelto di non alimentare lo scontro con la trasmissione di Rai Tre che, nel gennaio 2024, aveva messo in discussione la regolarità dei finanziamenti concessi dalla Regione al piccolo Comune del Sud Est Milano. Nessuna replica diretta, ma una narrazione alternativa costruita sui numeri, i tempi e la qualità dell’opera portata a termine.
Le accuse di Report: «Un miracolo economico» per Tribiano
Nel servizio trasmesso da Report, Tribiano veniva indicato come esempio emblematico di come – secondo l’inchiesta – in Lombardia sarebbero continuate dinamiche di assegnazione “opaca” dei fondi pubblici. Si parlava di una vera e propria “pioggia” di risorse: due rotatorie da oltre un milione di euro, una pista ciclabile da mezzo milione, un ponte mai cantierato e la ristrutturazione della caserma dei carabinieri.
Al centro della contestazione, l’allora capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione, oggi assessore regionale, accusato di aver agevolato il suo ex comune di riferimento attraverso ordini del giorno approvati in Consiglio. Una tesi che lo stesso Lucente ha più volte definito fuorviante: «I miei ordini del giorno sono stati approvati con voto bipartisan e firmati anche dal PD. Non ho mai fatto altro che portare avanti istanze reali e urgenti di un territorio penalizzato come il Sud Est Milano», dichiarò nel 2024.
«Rispondo ai giornalisti seri»: stoccata all’informazione militante
Pur evitando scontri diretti, Lucente ha lasciato cadere una frase densa di significato, che ha fatto intendere chiaramente la sua posizione sull’inchiesta:
«Ho visto il servizio. Io rispondo ai giornalisti che fanno informazione seria, a quelli che raccontano la realtà con rispetto per i cittadini e non cercano solo lo scandalo».
Un passaggio che ha raccolto l’approvazione dei presenti e che ha segnato, seppur con toni pacati, un netto confine tra la cronaca istituzionale e quella che viene percepita come polemica costruita.
Un’opera per tutti, non per uno
«Non conta se il finanziamento va a un Comune piccolo o grande – ha spiegato Lucente –. Quel che conta è l’urgenza dell’intervento. E su quella strada si sono verificati troppi incidenti gravi, spesso mortali. È lì che dovevamo intervenire». Gabriele ha preferito rispondere con i fatti: mostrando il percorso tecnico-amministrativo durato cinque anni, le anticipazioni di cassa da parte del Comune, il coinvolgimento di Regione, Città Metropolitana, progettisti e gestori di servizi pubblici.
La realizzazione delle due rotatorie – una già operativa, l’altra in fase di completamento – è stata descritta come modello virtuoso di collaborazione istituzionale, capace di coniugare rapidità d’intervento, contenimento dei costi (rimasti entro i 2,28 milioni di euro complessivi) e attenzione alla sicurezza di automobilisti e pedoni.
Un modello replicabile, non una scorciatoia
Anche Gabriele Olivari, direttore del settore strade di Città Metropolitana di Milano, ha preso le distanze dalle letture sospettose: «Non ci sono state forzature né scelte calate dall’alto. È un modello di gestione che stiamo studiando per estenderlo ad altri contesti: il Comune capofila che conosce il territorio e gli enti superiori che collaborano in maniera efficiente».
Durante la conferenza non è mancato il riferimento alla mole di lavoro tecnico e burocratico necessario: dalle conferenze di servizi alla gestione degli espropri, dalla revisione dei PGT alla modifica dei sottoservizi. Un impegno definito «impossibile da sostenere per un piccolo ente senza una squadra coesa e motivata».
La politica come servizio, non come privilegio
Nessuna polemica, dunque, ma una linea netta: lasciar parlare l’opera. «Tornassi indietro rifarei tutto – ha detto Lucente –. È stato un dovere morale e politico portare avanti interventi di questo tipo. Chi cerca lo scandalo, ignora il valore di ogni singola vita salvata. E la sicurezza stradale non può essere oggetto di dietrologie».
Un messaggio che, pur senza mai citare direttamente la trasmissione Report, è apparso come la risposta più chiara e definitiva a un’inchiesta che, a sei mesi di distanza, non sembra aver scalfito la convinzione di chi ha guidato il progetto.
Giulio Carnevale