L’ospedale Predabissi di Vizzolo rinnova il proprio organico accogliendo due giovani primari che saranno a capo di altrettanti reparti. Si tratta della dott.ssa Renza Tiboldo, nuovo primario del reparto di Nefrologia e Dialisi da maggio, e del dottor Carmelo Magistro, al vertice del reparto di Chirurgia Generale dal mese di luglio. La prima, 49 anni, biellese ma milanese d’adozione, si laurea nel ‘98 all’Università degli Studi di Pavia e nel 2005 si specializza in Nefrologia. Sposata e mamma di due ragazzi, dopo la specializzazione lavora in diversi ospedali lombardi. Nel 2012 approda al Predabissi con l’intento di migliorare e completare la formazione sugli accessi vascolari per dialisi. «In questa Azienda – ricorda – ho realizzato la mia ambizione professionale: assicurare la presa in carico del paziente nefropatico a 360°. Accettare la proposta del primario uscente, dott. Bracchi e dell’allora dg Cordone è stata un’opportunità gravosa, ma stimolante. Guido un’equipe di sole donne con un’età media inferiore ai 40 anni. Nel giro di 15 anni siamo transitati da un’equipe quasi totalmente maschile a una squadra formata da professioniste donne. Siamo un gruppo affiatato, in continua crescita».

 

Il dottor Magistro, 44 anni, ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia nel 2003, all’ Università degli Studi di Milano. Proviene dall’Ospedale Niguarda Ca’ Granda, dove si è formato nel reparto di Chirurgia Generale oncologica e mininvasiva. Sposato e padre di quattro bimbi, è originario di Patti (Me). La vocazione medica del dottor Magistro trova completezza anche nel volontariato. Socio della Fondazione Operazione Vivere ONLUS, inoltre fa parte dell’AVSI (Associazione Volontari Servizio Internazionale) che conduce missioni umanitarie in tutte le nazioni. Volontario dell’Associazione Banco Alimentare e Banco Farmaceutico è socio ACOI (Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani) e di SICCR (Società Italiana di Chirurgia Colo-Rettale). «Ringrazio l’ASST Melegnano e della Martesana – ha commentato – per questa opportunità di crescita professionale. In queste settimane ho già trovato medici e personale sanitario con tanta voglia di fare e disponibili a mettersi in gioco per la costruzione di un’opera. Sono pronto ad affrontare questa sfida, insieme ai miei nuovi collaboratori».