Approfittiamo della grande bellezza e puntiamo sulla grande scommessa
Ormai è Natale e le elucubrazioni per una volta lasciamole fuori dalla finestra. Concentriamoci sulle sensazioni: i colori delle luci dell'albero, i profumi che arrivano dal forno, lo strepitio della carta da regalo, le gazzarre dei bambini che si rotolano sui cuscini.

17 dicembre 2014
Tutto qui? Sì, tutto qui. E cosa altro ci deve essere? Se ci impegnamo a percepire che la realtà è più quello che viviamo piuttosto che quello che pensiamo, allora tutto appare in una prospettiva migliore. Anche perché i pensieri, guarda caso, di solito volteggiano in ambiti sgradevoli e poco rassicuranti.
Sì, forse dovremmo concentrare gli sforzi per cambiare il nostro paese. Operazione affascinante ma complicata. Il «New York Times» di recente ha scritto una cosa interessante: non esiste angolo d'Italia immune dalla corruzione e per noi cittadini si tratta di un fenomeno che è addirittura dato per scontato. Frase fatta? Luogo comune? Difficile crederlo, ormai.
Quindi, almeno per un istante, spegniamo l'interruttore e lasciamo perdere politica, malavita, intrallazzi, disoccupazione e analisi sociologiche. Occupiamoci dell'essenziale: corriamo coi bambini nei prati; mettiamo della buona musica mentre stappiamo lo spumante assieme ai parenti; godiamoci il sorriso di un mendicante a cui abbiamo appena regalato 10 euro. Approfittiamo della bellezza che ci circonda. Il resto rimandiamolo a domani.
Se proprio vogliamo fare i bravi piccini e imporci i buoni intendimenti natalizi, azzardiamo una puntata alla roulette degli eventi: scommettiamo che cambieremo, e se proprio ci piace il gioco forte, che l'Italia cambierà. Sbagliare un'altra volta a questo punto fa poca differenza.
Come ha scritto Samuel Beckett: «Sempre provato, sempre fallito. Non importa. Proverò ancora, fallirò ancora, fallirò meglio». In fondo, arriverà di nuovo un altro Natale da vivere e un'altra scommessa da sognare.
Davide Zanardi
Sì, forse dovremmo concentrare gli sforzi per cambiare il nostro paese. Operazione affascinante ma complicata. Il «New York Times» di recente ha scritto una cosa interessante: non esiste angolo d'Italia immune dalla corruzione e per noi cittadini si tratta di un fenomeno che è addirittura dato per scontato. Frase fatta? Luogo comune? Difficile crederlo, ormai.
Quindi, almeno per un istante, spegniamo l'interruttore e lasciamo perdere politica, malavita, intrallazzi, disoccupazione e analisi sociologiche. Occupiamoci dell'essenziale: corriamo coi bambini nei prati; mettiamo della buona musica mentre stappiamo lo spumante assieme ai parenti; godiamoci il sorriso di un mendicante a cui abbiamo appena regalato 10 euro. Approfittiamo della bellezza che ci circonda. Il resto rimandiamolo a domani.
Se proprio vogliamo fare i bravi piccini e imporci i buoni intendimenti natalizi, azzardiamo una puntata alla roulette degli eventi: scommettiamo che cambieremo, e se proprio ci piace il gioco forte, che l'Italia cambierà. Sbagliare un'altra volta a questo punto fa poca differenza.
Come ha scritto Samuel Beckett: «Sempre provato, sempre fallito. Non importa. Proverò ancora, fallirò ancora, fallirò meglio». In fondo, arriverà di nuovo un altro Natale da vivere e un'altra scommessa da sognare.
Davide Zanardi
17 dicembre 2014