Gli amici di ieri e i tiranni di oggi

Insomma, quello che l’opinione pubblica aveva sempre considerato poco più che un cammelliere egocentrico, lo “zio grullo” della politica del Mediterraneo, improvvisamente si rivela uno spietato dittatore con cui non bisogna avere niente a che fare e che si potrebbe persino pensare di punire con un’offensiva militare. Stai bene a vedere che aveva ragione quel vecchio buontempone di Reagan, che negli anni Ottanta provò a più riprese - e senza riuscirci - a rovesciare con la forza il regime del Colonnello. Che Gheddafi non sia mai stato uno stinco di santo, del resto, era evidente anche al più stolto degli abitanti del pianeta Terra. Eppure, dopo il suo riavvicinamento agli Stati Uniti e all’Europa, ci eravamo quasi convinti di avere a tavola un amico in più. Con buona pace della strage di Lockerbie. Dove sta dunque la verità? Semplice, non esiste. Esistono solo mezze verità, individuate ad hoc per rendere accettabile quello che non può essere accettato, e che funzionano fino a quando la pelle in gioco non è la nostra. Gli amici di ieri e i tiranni di oggi coincidono. Basta chiamarli in un modo o nell’altro, a seconda della convenienza.
La speranza che conta ora è che il popolo libico possa inseguire un suo sogno di democrazia, personale e immacolato, libero dal ricordo di Gheddafi, così come dalle bugie opportunistiche dell’Occidente.
Quanto a noi, possiamo anche non svegliarci. C’è da scommettere che ci saranno altri colonnelli a cui stringere la mano e offrire la cena.

Davide Zanardi