«Grazie Selvaggia Lucarelli, la tua gogna mediatica è servita per affermare i principi della libertà di informazione»
Giulio Carnevale: «Non è certo la prima volta che mi discriminano per la mia fisicità, ma gli attestati di stima ricevuti superano e cancellano gli insulti degli odiatori seriali»
Butta il mostro in prima pagina senza processo, e poi aspetta i commenti di frustrati e odiatori seriali.
Questo in sintesi quanto è successo in questi giorni, da quando Selvaggia Lucarelli ha sbattuto la mia foto e quella di una mamma di Peschiera Borromeo sulla sua pagina Facebook. Siamo stati coperti di insulti...
Lucarelli le ha postate con l’articolo apparso su Il Fatto Quotidiano, pubblicazione su cui scrive la famosa opinionista, sostenendo la tesi che nell’articolo pubblicato da 7giorni il 4 ottobre 2018 ci sia l’intenzione di fomentare odio e razzismo. Altresì, ha criticato ferocemente anche la mamma in questione per aver diffuso una raccolta firme fra i genitori per ampliare e rivedere l’offerta alimentare della mensa scolastica. L’articolo,a mia firma, ha dato la notizia del cambio radicale di menù nelle scuole peschieresi dove, al contrario dei menù delle refezioni scolastiche dei comuni adiacenti, è stata eliminata la carne di maiale.
Lucarelli ha messo in relazione due fatti legati a due
periodi temporali diversi: la mia candidatura e quella della mamma in questione
nella lista di Fratelli d’Italia nel 2014 quando ci presentammo alle elezioni
per il rinnovo del Consiglio comunale di Peschiera Borromeo; e il tweet di Giorgia Meloni del 10 ottobre
2018 sull’argomento mensa scolastica. Questa facile e strumentale conclusione
per portare acqua al suo mulino, che ogni giorno deve essere alimentato
necessariamente da nuovi mostri, è bastata per scatenare gli haters
seriali, fans dell’opinionista. I quali si sono lasciati andare ai
più biechi commenti, discriminando la mia fisicità e diffamando la
mamma di Peschiera. La Lucarelli è abituata a far incazzare tutti, ha
posizioni politiche vicine a quelle della sinistra radical chic e le sue pagine sono abitualmente frequentate da un
pubblico che è solito fare la caccia alle streghe. Così ci è voluto poco per
farci diventare il loro nuovo bersaglio, con commenti di ogni genere, tra i
quali non sono mancati più volte accostamenti della mia persona al ”maiale” in
tutte le salse. Commenti che ho naturalmente salvato, glieli farò avere alle
sue prossime iniziative sul bullismo. Per onore del vero, i commenti più
pesanti in seguito sono stati cancellati, ma ancora adesso ce ne sono tanti con
battute a doppio senso che alludono alla mia prorompente massa corporea.
Purtroppo poi gli odiatori seriali hanno trasferito la loro attenzione al mio
profilo social personale, continuando
la sfilata di insulti e minacce e costringendomi a restringere la privacy del mio account. Ingiurie e diffamazioni per le quali sto valutando con i
miei legali le azioni da intraprendere per tutelare la mia persona e la mia
famiglia. Tutte queste persone, che a parole professano la tolleranza e il dialogo,
altro non sono che grandi ipocriti perché ostentano queste belle
intenzioni solo a senso unico; chi parla fuori dal coro per questi individui
non ha diritto a nessuna tutela.
Per fortuna ho ricevuto tantissimi
messaggi di solidarietà, numerosi attestati di stima – sia in forma
privata che in forma pubblica – da normali cittadini, genitori, colleghi,
rappresentanti delle istituzioni e uomini e donne impegnati nel sociale e in
politica che mi esortano ad andare avanti nell’opera di denuncia che
faccio dalle pagine del nostro “piccolo giornale”. Sostengono il diritto
all’informazione e alla libertà di opinione. Fra questi, alcuni molto
significativi. Un’importante collega giornalista di lungo corso, non affine
alle mie idee politiche, mi ha espresso solidarietà in una telefonata: «Una notizia che andava data perché
questo è il nostro mestiere, e la dimostrazione è il pandemonio mediatico che
ha scatenato. Non importa da che parte stai personalmente, quando si portano alla
luce dei fatti taciuti».
Per cui grazie Selvaggia Lucarelli per aver dimostrato ancora una volta quanto siano cari a moltissimi italiani, i principi della libertà di stampa.
Giulio Carnevale
“Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo” - Cit. Evelyn Beatrice Hall