Senza premier e senza governo: siamo mai stati meglio?

Ci si sveglia una mattina e l'Italia non ha più un presidente del Consiglio. Strano ma vero, siamo senza un premier, un leader, un capo-cordata. Anzi, non solo manca un primo ministro, manca proprio un governo. E adesso cosa succederà?

Il panico serpeggia, le televisioni impazziscono, il mondo resta col fiato sospeso. Mentre la borsa scende e lo spread sale, c'è chi dice che è la fine dell'Europa, la fine di tutto; chi tira in ballo la Cia, chi addirittura gli alieni. Il presidente della Repubblica prova a metterci una pezza: «Non c'è motivo di preoccuparsi, saremo responsabili», ma nel mondo non c'è anima volenterosa che gli creda. I più garbati gli battono una pacca sulla spalla, i più incarogniti non gli rivolgono neanche lo sguardo. Qualcuno gli rinfaccia addirittura che siamo in mano ai clowns. Ma come? Può essere che in un paese come l'Italia, il regno per eccellenza della melassa, dell'inciucio, del compromesso a oltranza, non si riesca a trovare una soluzione? Sembra proprio di no. Allora il presidente della Repubblica, esasperato, prende alla lettera le parole di un autorevole politico e manda tutti a casa. Lo fa in maniera decisa, veemente, senza pensarci due volte. Il presidente del Consiglio? Non serve. I ministri? Roba da museo delle cere. Il parlamento? Abolito. La Camera? Il Senato? Chiusi e immediatamente ristrutturati. Magari diventeranno parcheggi multipiano. È chiaro che serpeggia la delusione. Berlusconi s'impunta: cancellate il Parlamento, ma non le immunità parlamentari. Bersani sbotta, scagliando il sigaro sul pavimento. Casini, dopo 30 anni, torna all'ufficio di collocamento. E Grillo, confabulando con Casaleggio, grida al complotto: «Belìn, ora che eravamo dentro in 160, ci rimandano a casa veramente...». Ma il sogno di un paese auto-gestito, senza una classe dirigente, dura poco. Ci si sveglia una mattina e l'Italia ha di nuovo un governo. Quale, non si sa. Magari una maxi-coalizione rabberciata con lo scotch, o magari un vattelapesca di governo Passera, che solo il nome evoca risolini. Senza la politica, in effetti, tutto si complica. I cittadini non possono decidere da soli cosa è giusto e cosa non lo è. Mica si può fare un referendum ogni tre giorni, come in Svizzera. Troppo difficile, per noi. Allora, forse è meglio che i porci tornino nel porcellum e i clowns ricomincino il loro show. E poi, se non esistesse più lo Stato, a chi potremmo dare la colpa delle nostre sventure? Che mondo noioso sarebbe, senza gli italiani.
Davide Zanardi