Pietro Tatarella, 27enne di Baggio e consigliere di Zona 7, è la punta di diamante del Popolo della Libertà per le elezioni amministrative di Milano

Chi è Pietro Tatarella?
Sono nato a Milano 27 anni fa e sono cresciuto a Baggio, dove ancora vivo. Una famiglia semplice la mia: papà falegname e mamma casalinga, che mi hanno insegnato rispetto, onestà e umiltà, tutti i valori di cui vado fiero e sui quali ho pesato ogni singola decisione presa nella mia vita.
Baggio è un luogo a cui sono sempre stato molto legato, è per questo che ho deciso di continuare a viverci. Proprio a questo quartiere devo dire grazie. Grazie per avermi spinto all'impegno civile nei confronti della mia comunità, e grazie per avermi dato poi il sostegno necessario per riuscirci, quando nel 2006 i suoi abitanti mi hanno votato in Consiglio di Zona. La politica occupa gran parte del mio tempo, ma non mi pesa perché amo quello che faccio. Le mie passioni in realtà non sono insolite: gioco a calcio nella squadra del mio oratorio, pratico snowboard, ogni tanto mi dedico al karaoke e infine ho la mia Vespa Px del 1983, che mi ha accompagnato in più di un’avventura in giro per l’Italia.
Pur essendo molto giovane è riuscito ad accumulare diverse e importanti esperienze in ambito politico, che potrebbero tornarle utili ora che si è candidato alle prossime amministrative di Milano.  Ce ne parli.
Dal 2006 sono consigliere di Zona 7; il Consiglio è un’istituzione piccola ma attraverso cui si può fare molto. I Consiglieri di circoscrizione conoscono perfettamente i contesti che amministrano perché li vivono quotidianamente, quindi da questa esperienza ho appreso l’importanza della reale conoscenza della realtà cittadina.
Dal 2008 collaboro con l’assessore regionale Stefano Maullu. Mi sono occupato fino a marzo del 2010 di Protezione civile, Polizia locale e Sicurezza, ora invece seguo il Commercio e il Turismo. L’esperienza accumulata in questi anni potrà sicuramente tornare utile in Consiglio comunale, perché per essere un “buon consigliere” servono una presenza costante sul territorio e la conoscenza di tutti gli strumenti per potere intervenire tempestivamente. Ho imparato a essere pratico, a ragionare in maniera elastica, a conoscere l’amministrazione pubblica, le sue procedure, i suoi metodi e le sue prassi.

Le sue priorità per quel che concerne il capoluogo lombardo?
Le priorità sono sicuramente la casa e il lavoro. La crisi economica degli ultimi anni ha accentuato questi problemi, ma la speranza è riuscire a dare risposte e soluzioni concrete ai milanesi. Nessuno ha la bacchetta magica, ma sono convinto che grazie al PGT, da poco approvato in Consiglio comunale, aumenterà l’offerta abitativa, in particolare per i milanesi con un reddito medio-basso, attraverso l’edilizia convenzionata e l’housing sociale. Nel 2015 ospiteremo l’Expo e si parla di migliaia di nuovi posti di lavoro. Bisogna poi continuare a lavorare per garantire la sicurezza dei cittadini, tema caldo e molto sentito, su cui le istituzioni devono porre costante attenzione.

Da diverso tempo la piscina Caimi, in via Botta a Milano, è stata occupata da un gruppo di antagonisti anarchici. Qual è la sua posizione in merito? Esiste una soluzione per arginare il problema delle occupazioni?
La piscina Caimi deve essere sgomberata immediatamente. È questa la mia posizione in merito. I cittadini dell’area adiacente stanno vivendo una situazione che è ormai insostenibile: musica fino a tardi, schiamazzi, scritte sui muri e anche falò in centro vasca! La struttura rappresenta un patrimonio di tutti, anche dal punto di vista architettonico, e il rischio è che questi vandali, che hanno deciso di usare la piscina come discoteca e centro di aggregazione abusivo, possano provocare danni ancora peggiori di quelli già causati.
Bene sta facendo il Comune a battersi contro chi occupa abusivamente, deturpa gli ambienti e compie atti illegali; queste persone devono capire che non è possibile vivere in una comunità civile facendo tutto quello che passa per la mente perché ci sono regole sociali e leggi da rispettare, oltre le quali c’è solo il caos.

Questo storico impianto, al momento occupato, era abbandonato da tre anni. Perché è stato trascurato e lasciato all’incuria?
La piscina è stata chiusa perché dichiarata non a norma e, a causa dell’importante investimento necessario per la riqualificazione, i tempi si sono allungati. La piscina Caimi deve ritornare a disposizione della cittadinanza il prima possibile. Non importa se la gestione futura sarà pubblica o privata, quel che conta è che la struttura mantenga esclusivamente la sua vocazione sportiva, che i prezzi rimangano quelli comunali accessibili per tutti e che non si trasformi in una location per eventi. Ci terrei a ringraziare l’ingegnere Dell’Oro, presidente del Comitato Caimi Botta, l’avvocato Alessandro Colombo e Davide Ferrari Bardile per avermi segnalato il problema. Questo non è il solito “comitato del no” pronto solo a contestare e non a proporre; è un comitato composto da persone propositive che hanno sollevato il problema, ma hanno anche dimostrato collaborazione e responsabilità per giungere a una soluzione. La questione si risolverà presto e sono certo che il Comune lavorerà per impedire che situazioni di questo tipo possano verificarsi nuovamente.

Maurizio Zanoni