Che paura! I candidati di Peschiera Borromeo hanno scoperto il Carengione

Da 25 anni vivo a Peschiera Borromeo e da allora frequento con regolarità l’area naturale constatando un progressivo e costante impoverimento. Immediatamente dopo il mio arrivo (ero convinto di essere venuto ad abitare vicino ad un Parco Regionale) ho assistito all’abbattimento di 2 cascine che hanno lasciato spazio a villette a schiera, mentre i pochi fontanili residui (già in cattivo stato) hanno smesso di esistere, rimanendo dei buchi nel terreno scomodi per la viabilità dei trattori e magari da riempire di rifiuti (fino ad un decennio fa nel comune i fontanili attivi erano ben 15).

Nonostante il Parco Naturale, istituito su una superficie di circa 20 ettari dal Parco Agricolo Sud Milano, e l’istituzione di un’oasi su una superficie più ampia, che garantisce il divieto di caccia, la tendenza al degrado non si è modificata. Gli encomiabili interventi di forestazione realizzati dal Parco Sud (poche migliaia di metri quadri) su una superficie complessiva di centinaia di ettari non sono assolutamente in grado di invertire la tendenza.
Il mio metodo di analisi si basa principalmente sulla presenza di specie di avifauna indicatrici della qualità ambientale che progressivamente sono scomparse, lasciando spazio a specie più ubiquitarie e invasive che testimoniano una “banalizzazione” del territorio. Ancora qualche specie rara prova sporadicamente e tenacemente a frequentare l’area ma viene immediatamente dissuasa come nei giorni scorsi quando una banda di trattori per preparare i campi alla semina del mais hanno pensato bene di tritare siepi e alberature per aprirsi un facile accesso tra i campi, naturalmente in pieno periodo vegetativo e riproduttivo…e che sfortuna hanno maciullato con i cespugli anche l’unico nido di averla piccola della zona (specie in pericolo per la UE ma non per le ruspe del Carengione) senza trascurare anche di triturare antichi manufatti agricoli in cotto e granito lungo i canali irrigui.
L’agricoltura al Carengione, producendo quasi esclusivamente mais e soia, fa largo uso di diserbanti, antiparassitari e fertilizzanti chimici: cocktail ideale che contribuisce con efficacia a penalizzare ulteriormente la naturalità. E che dire degli orti abusivi che penetrano sempre di più nell’area con raffazzonate recinzioni e con un’accozzaglia di masserizie che nascondono insalatine e sedani, e dei cani che lasciati liberi dai proprietari inseguono lepri e fagiani che provano a resistere, nonostante tutto… altrimenti dove possono andare… a farsi arrotare sulla Paullese? Mi fermo qui perché l’elenco di cose che non vanno potrebbe continuare e mi azzardo a proporre delle soluzioni, perchè nonostante tutto la natura è tenace e nonostante le continue aggressioni potrebbe dare delle risposte positive e inaspettate se si innescano meccanismi virtuosi di recupero e ripristino… poi ci pensa lei senza ulteriori aiuti.
È indispensabile arrivare ad un accordo con gli agricoltori che contempli il ripristino di almeno 2/3 fontanili per garantire un apporto d’acqua costante; la costituzione di filari e sentieri sia lungo le aste dei fontanili che lungo le strade e sentieri e una maggior diversificazione colturale con relativo abbattimento dell’uso di sostanze chimiche. Questi interventi, oltre ad essere coerenti con le direttive del Parco Agricolo Sud Milano in materia di biocorridoi e reti ecologiche, sono assolutamente finanziabili dall’Unione Europea che favorisce, con specifiche direttive, i miglioramenti ambientali in ambito agricolo. Un esempio virtuoso lo possiamo vedere nei pressi del castello, ove un’azienda agricola illuminata ha destinato una piccola porzione dei propri terreni al ripristino di una zona umida, attingendo a fondi comunitari. Questo esempio, se replicato in altre porzioni idonee del Carengione, potrebbe sicuramente contribuire ad offrire opportunità di colonizzazione di flora e fauna autoctona come già sta succedendo nella zona umida del castello, nonostante sia stata realizzata da pochi mesi. Rane, anatre selvatiche, aironi e vegetazione igrofila hanno già occupato l’area mentre i picchi già si nutrono di insetti fitofagi su 2 grandi alberi morti collocati appositamente lungo il perimetro della zona umida. Naturalmente non è una pozzanghera con alberi marci infissi nel terreno (come recitava un Vostro lettore nella rubrica “lettere alla redazione”) ma un’opportunità per gli agricoltori che possano diventare non solo produttori di mais chimico ma anche costruttori e gestori di ambienti naturali. L’unico difetto che si può trovare nell’iniziativa è che l’acqua proviene da un canale irriguo che in relazione ai periodici periodi di “asciutta” non garantisce livelli costanti. Anche in questo caso l’acqua di un fontanile sarebbe l’ideale per garantire un apporto idrico costante e pulito per arricchire in maniera più adeguata e duratura la piacevole cornice di natura e agricoltura che già parzialmente circonda il castello.
Un ultimo intervento auspicabile è legato alla fruibilità: l’apposizione di barriere in corrispondenza dei principali accessi al Carengione affiancati da un’adeguata cartellonistica informativa e comportamentale. Tutto ciò per impedire accessi indesiderati e informare i cittadini che, anche se ad oggi non sembra, si sta entrando in un’area dove flora e fauna sono protette e i comportamenti si devono adeguare per garantire la loro tranquillità e benessere.
In conclusione mi sento di dire che questo sfogo nasce dalla notorietà che solo in questi giorni di campagna elettorale sta avendo l’area protetta peschierese come se, dopo almeno 25 anni di disinteresse, la sua “valorizzazione” (pericolo!) fosse una questione irrinunciabile. Tutti ne parlano: chi non sa nemmeno che esiste, chi ha cercato in passato di rosicchiare terreni edificabili, e in parte c’è riuscito, chi diceva che è troppo grande, chi si è opposto all’oasi faunistica, ecc… ora tutti si inventano proposte generiche e velleitarie, solo perché parlare di ambiente… “tira” elettoralmente… (che paura)!
Se tra 2/3 anni vedrò realizzata almeno una delle cose proposte sarò felice di ricredermi… per ora rimango fiducioso del mio pessimismo.
Rimango disponibile per eventuali approfondimenti e per qualsiasi altra necessità.
Sono anche disponibili documenti fotografici sugli ultimi interventi manomissori e in genere sull’area.
Grazie! Per la Vostra disponibilità
Cordiali saluti,
Silvio Pirovano, Peschiera Borromeo