«Per tutelare questa importante e prestigiosa azienda editoriale di Peschiera Borromeo lascio 7giorni»

Il co-editore Paolo Bersani lascia la società dopo 7 anni, nella sua lettera alla redazione tutto il suo rammarico.
Gentile Redazione, per quanto paziente, non posso esimermi, per amor di verità e per dignità, dal dire qual è il reale stato delle cose. Non passa settimana che nelle cronache locali dei giornali si faccia riferimento alla vicenda del locale Bistrò - di cui sono l’Amministratore - in maniera calunniosa e diffamatoria. Tratto comune e distintivo di qualsiasi comunicazione è: «il signor Bersani ha accumulato un debito nei confronti del Comune e per questa ragione è stato sfrattato». Inoltre non ho mai incontrato, in due articoli, lo stesso importo. C’è chi scrive 450mila euro, chi 400mila e chi tace ritenendo la cifra talmente alta da essere impronunciabile.

La cifra non finisce mai nero su bianco, perché dichiarata - che so io - da un funzionario comunale, da un impiegato di Equitalia o altro. Si vocifera…, è così…; mai nessuno ha chiesto a me prima di scrivere.
La verità è che io ho un debito con il Comune di Peschiera per canoni non pagati di euro 240mila.
Perché non ho dato questi soldi al Comune? Perché in un periodo di crisi economica, con decine di nuovi ristoranti intorno e nel centro commerciale, con un canone di affitto molto alto per una concessione che eroga pasti a basso costo, il Comune non ha mai dato la propria disponibilità a rivederlo. In tutti questi anni il Comune non ha mai inventariato e valorizzato (attribuendo loro un costo corretto) gli interventi di miglioramento da me apportati ai locali e non ha mai provveduto ad eseguire gli interventi di manutenzione straordinaria del tetto che è un colabrodo e mi ha costretto a ridurre l’area di somministrazione a disposizione della clientela. Gli importi indebitamente richiesti dal Comune non annullano il mio debito ma lo riducono drasticamente.
Ho anche provato a chiedere la concessione di un piano di rientro; il Comune ha concesso una rateizzazione del debito con un tasso del 20%, sì, proprio del venti percento!
Allora ho atteso che il credito del Comune passasse a Equitalia, la quale richiede un tasso di interessi sul debito del 5% annuo. Ottenuta la rateazione da Equitalia ho iniziato a pagare; questa procedura di fatto avrebbe dovuto annullare il debito. Fuori dai tempi legali, però, il Comune ignorando la rateizzazione con Equitalia, concedeva di soprassedere allo sgombero solo se avessi prestato una fidejussione per 450mila euro. Importo che secondo i funzionari del Comune sarebbe la somma del pregresso rateizzato con Equitalia, dei canoni futuri a scadere, di tutti gli interventi migliorativi non valorizzati e della tassa rifiuti indebitamente richiesta. La fidejussione è una garanzia di terzi nei confronti del creditore che - se non incassa il corrispettivo - può escutere la somma completa. In poche parole la richiesta, fattami pochi giorni prima dello sgombero è semplicemente folle e inattuabile: la cifra richiesta non ha ragion d’essere poiché il debito rateizzato con Equitalia è di fatto un pagamento per l’Amministrazione comunale, non si è mai visto pagare in anticipo i canoni di affitto dei prossimi 24 mesi, non si possono dare 10 giorni per ottemperare a queste richieste vessatorie. Questi i fatti, e da qui in poi tutte le ricostruzioni sono fantasia. Rimane l’amarezza di come si sia proceduto con accanimento nei miei confronti. L’unica ragione di tanta veemenza è dettata dal fatto che nelle scorse elezioni Amministrative ho sostenuto Antonio Falletta, che ha in qualche maniera segnato una discontinuità con i poteri forti del passato. Oltretutto certe Lobby in questi anni non sono state certamente a guardare e oggi alla vigilia del rinnovo del Governo della città, imperante la scarsità di argomenti politici, hanno strumentalizzato questa vicenda per provocare un danno di immagine al Primo cittadino. Infatti in questa logica si comprende meglio l’avviso di garanzia che gli è stato recapitato per aver chiesto un semplice differimento dello sgombero per trovare un nuovo gestore per il Bistrò ed evitare l’interruzione del pubblico servizio che esso erogava.
Mi accorgo tra l’altro, in questo scenario, che l’attacco è a 360 gradi. Viene colpito infatti, anche questo giornale di cui sono co-editore dal 2007. Non passa settimana che qualche speculatore di turno perda occasione di denigrare attraverso una attenta opera di diffamazione la Società che edita “Il giornale del Sud Est Milano”. Non voglio che a questo giornale, che è uno storico e importante patrimonio della comunità, possa accadere qualcosa di spiacevole perché legato alla mia figura.
Sono approdato nella compagine societaria nel 2007, in un momento di crisi della pubblicazione e con la collaborazione di una squadra meravigliosa l’abbiamo portato a livelli invidiabili per un giornale locale. Non sono pochi gli sforzi che ho profuso perché, nonostante mi si dipinga come un bieco uomo nero, sono un imprenditore responsabile e appassionato che quando crede in qualcosa sa buttare il cuore oltre l’ostacolo dedicandosi anima e corpo al suo sviluppo. Il progetto 7giorni , come il progetto Bistrò, nascono e si sviluppano nella mia città, la gente che vi lavora sono miei concittadini, gli utenti sono altri concittadini. Lavorare per la propria comunità è l’azione più gratificante che un imprenditore possa desiderare.
È per questa ragione che il distacco da 7giorni è particolarmente doloroso. Non mi sono mai sottratto alle battaglie che ritengo giuste ma questa volta, per tutelare una delle aziende più prestigiose di Peschiera Borromeo, annuncio oggi la mia fuoriuscita dalla società editoriale di 7giorni, augurando a chi continuerà questa avventura di trovare tutto il coraggio e l’onesta intellettuale per continuare ad essere la sentinella della nostra comunità.
Paolo Bersani