Milano, il Movimento 5 Stelle va in pezzi, Sollazzo e tre Consiglieri sbattono la porta, e se ne vanno: «tradito il mandato elettorale»

Duro j'accuse degli attivisti ai vertici: «Siamo diventati la stampella delle vecchie forze politiche. Non possiamo più identificarci in un simbolo e con un gruppo che ha snaturato quelli che erano i nostri principi fondativi»

Simone Sollazzo

Simone Sollazzo Ex Portavoce M5S Consiglio Comunale di Milano

«...invece di cambiare l’Italia, non hanno cambiato nulla»

Le ultime vicende parlamentari hanno fatto traboccare un vaso che già non aveva più spazio. In una lettera inviata in piena notte, un numeroso gruppo di pentastellati milanesi, ha annunciato l’addio al Movimento 5 Stelle.
Simone Sollazzo Consigliere comunale di Milano ed ex capogruppo, Giuseppe Ventura Consigliere di Municipio 1, Cristina Russo  Consigliere di Municipio 6, Marco Cardillo Consigliere comunale di Cornaredo, col supporto dei numerosi  ex attivisti M5S delle Municipalità di Milano, salutano e se ne vanno con delel dichiarazioni al vetriolo: «È la fine di un lungo percorso – spiegano nella comunicazione alla stampa -. Non è un gesto di resa incondizionata né un capriccio per ricerca di attenzione dopo una serie di valutazioni e richieste di ascolto vergognosamente messe in un angolo, e peggio ancora ritorte e strumentalizzate per screditare chiunque si permettesse di condividere pur in ottica del tutto costruttiva e collaborativa, la minima riflessione. Dopo mesi nei quali i vertici del Movimento hanno ignorato gli attivisti e tradito il mandato elettorale, non possiamo più identificarci in un simbolo e con un gruppo che ha snaturato quelli che erano i nostri principi fondativi, primo fra tutti quello di essere stati eletti per “portare la voce” dei cittadini nelle istituzioni.
Noi continueremo ad essere coerenti con le promesse fatte. Per questo
– proseguono i quattro - non possiamo più accettare di stare con quelli che, invece di cambiare l’Italia, non hanno cambiato nulla, diventando la stampella parlamentare delle vecchie forze politiche e rinnegando le ragioni per le quali erano stati eletti. Peccato affermare queste cose dopo che educatamente si è lanciato un grido di aiuto e di attenzione sia a livello nazionale con la Carta di Firenze 2019 che a livello locale, quando siamo stati trattati da appestati e lasciati fuori da ogni iniziativa solo per aver fatto presente che certe scelte governative ci avrebbero fatto perdere credibilità sui territori.
Ed è triste subire l’arroganza e la supponenza di certi personaggi, per i quali parole come "comunità" e slogan come "nessuno deve rimanere indietro" erano vuote e false. Il Movimento 5 stelle è diventato il luogo dove le scelte sono elaborate da ignoti e calate dall'alto
per essere solo ratificate e si deve solo lavorare e tacere. È un treno impazzito che lascia a terra chiunque si discosti dal pensiero unico dei capi. Pensiero ratificato attraverso il metodo Rousseau, attuato in stile di orwelliana memoria, dove il trattamento dei dati degli iscritti ha sollevato dubbi e contestazioni anche in sede istituzionale da parte del Garante, dove i processi decisionali sono divenuti di fatto inaccessibili a coloro (siano essi attivisti o portavoce) posti fuori da vari cerchi magici venutisi a creare in questi anni. È la grande truffa della Democrazia Diretta. Finisce il nostro rapporto con il Movimento 5 Stelle – concludono gli ex grillini - ma non con la cittadinanza che è la prima alla quale siamo chiamati a rispondere al di là di ogni patto di sangue e vincoli stellati. Il nostro impegno prosegue da oggi da cittadini liberi e pensanti nelle file del gruppo misto. Ma sempre e comunque dalla parte dei  cittadini».