Peschiera, affaire Bellaria, l’ex sindaco Falletta: «La sentenza del Consiglio di Stato ci ha dato ragione»
«Depositammo l’esposto in Procura interrompendo la costruzione del secondo lotto e sfidando gli attacchi dell’opposizione, nel nome della sicurezza dei cittadini»
01 febbraio 2017
Peschiera Borromeo – La sentenza del Consiglio di Stato sul P.I.I. di Bellaria ha confermato che L’Amministrazione Falletta agì nell’interesse dei cittadini, spiegando che «Il Comune ha avuto cura di evidenziare la sussistenza di un preminente interesse pubblico ad una corretta gestione del proprio territorio in ragione della preminenza dei valori giuridici costituiti dall’ambiente, dalla salute e dalla sicurezza pubblica coinvolti nelle vicenda». Tutto iniziò nel 2007, quando la giunta Tabacchi di centrosinistra diede il via libera al progetto, non considerando la vicinanza della Mapei (con un deposito di sostanze a rischio di esplosione, con possibili conseguenze in un raggio di 200 metri) e l’inquinamento acustico dato dall’antistante strada provinciale Paullese. Fu la successiva Amministrazione Falletta a decidere di bloccare parzialmente il Piano Integrato di Intervento di Bellaria, su mandato del Consiglio Comunale e in seguito a non pochi scontri. Già 300 unità abitative erano state tirate su nel primo e terzo lotto, così si decise di procedere all’annullamento della realizzazione del secondo lotto, dove erano previste altre 200 unità abitative, insieme alla costruzione dell’asilo e del parco. Il sindaco Antonio Falletta e il presidente del consiglio comunale Luciano Buonocore depositarono un esposto in procura, facendosi carico di un grande rischio: se avessero fallito, il Comune avrebbe dovuto risarcire le società coinvolte per milioni di euro.
Sulla vicenda si è espresso proprio l’ex sindaco di Peschiera Borromeo che bloccò le opere edilizie, Antonio Falletta: «Mi fa piacere – spiega Falletta – che sia stato confermato come la battaglia che portammo avanti non fu ideologica, bensì fu fatta in nome della sicurezza pubblica e della legalità. La sentenza del Consiglio di Stato ci ha dato ragione, asserendo come agimmo per il bene della cittadinanza. Il merito dell’annullamento parziale è da ricondurre a coloro che ebbero il coraggio di votare in delibera, nonostante le minacce che ci colpivano. Fa sorridere vedere oggi persone far propria la sentenza e la vittoria, soprattutto considerando che molte di queste all’epoca votarono con veemenza contro l’annullamento. Un ringraziamento particolare dovrebbe andare all’ingegnere Giuseppe Cancellieri, che istruì la pratica di annullamento parziale del Piano Integrato di Intervento di Bellaria. Ha passato anni – continua - impegnandosi in prima linea, non dormiva la notte, ha dato dimostrazione di grande integrità, anteponendo a tutto i diritti dei cittadini. È un peccato che una grande persona come il capo settore urbanistica sia stato poi messo da parte dall’Amministrazione Zambon, nonostante i fatti gli abbiano dato ragione. Mi auguro che il nuovo Sindaco, Caterina Molinari, faccia affidamento sull’esperienza di Cancellieri, e sulla sua approfondita conoscenza sul caso, al fine di realizzare delle opere di mitigazione dei rischi e dell’inquinamento acustico a favore di chi ha comprato un alloggio anni fa. Sarebbe inutile ricorrere a terzi con conseguenti perdite di tempo, quando si ha già il nome del massimo esperto in materia».
La vittoria vera e propria infatti, per i residenti di Bellaria, non è ancora stata raggiunta. La sentenza ha solo confermato che nel 2007 non si doveva procedere alla costruzione del P.I.I. e che l’Amministrazione Falletta percorse la strada della legalità, bloccando la costruzione di appartamenti a rischio. «Non illudiamoci di aver vinto – prosegue Antonio Falletta – ci sono ancora problemi di mitigazione e inquinamento da risolvere. La sentenza del Consiglio di Stato è solo un passaggio, un intermezzo che però consente al sindaco Molinari di avere a disposizione tutti gli elementi per proseguire, senza abbandonare i cittadini. I residenti non dovranno vedere la mancanza della scuola materna come una perdita, ma andranno garantiti dei servizi come promesso. C’è il via libera per servizi alternativi, che potranno essere realizzati nel lotto due, attraverso gli oneri di urbanizzazione. La strada ora non potrà che essere in discesa. In questa vicenda ha vinto la sicurezza e la legalità, mentre ha perso il Pd che ci aveva criticato».
Eppure, proprio per un voto a favore del bilancio dell’Amministrazione Pd di Zambon, si è creata una spaccatura tra Falletta e il resto dell’opposizione di centrodestra: «Molti videro in quel voto a favore del bilancio un’approvazione nei confronti di Zambon ma non fu così. Quel bilancio – continua Falletta – prevedeva una riduzione delle tasse pari a 500mila euro, andando a vantaggio dei cittadini, quindi rivoterei ancora a favore se potessi. Ho fatto l’amministratore, non mi piacciono i giochi politici, e lo stesso accadde con la sfiducia allo stesso Zambon, avrei preferito aspettare qualche mese in più, viste alcune priorità incombenti per la città. Detto ciò appartengo ancora a Forza Italia, e anche se non mi ricandiderei più a Sindaco, seguo assiduamente il panorama politico, anche a livello nazionale. Ho molta fiducia in Zaia, Maroni e Toti come leader in grado di rilanciare l’Italia. C’è bisogno di maggiore unità e coesione nella coalizione di centrodestra, l’unica secondo me in grado di contrastare l’ascesa del movimento 5 stelle, e l’unica con i requisiti per governare al meglio il Paese».
Stefania Accosa
Stefania Accosa
01 febbraio 2017