San Donato, stadio del Milan, per Italia Viva e Azione «La nostra comunità non dovrebbe essere timida nel considerare l’opportunità»
«È necessaria un’analisi costi – benefici per perseguire l’interesse generale. L’attuale maggioranza e l’attuale Sindaco Squeri stanno operando inadeguatamente e con profonde contraddizioni»

Veduta aerea dello Stadio Weser di Brema, Germania
Una terza via, questo in sintesi il pensiero di Italia
Viva e Azione. Le due formazioni confederate nel Terzo polo si pongono
diversamente rispetto al resto della politica sandonatese, ed esortano ad analizzare a fondo i costi
benefici del progetto perché potrebbero cambiare anche in meglio la città.
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«A oggi non è ancora disponibile al pubblico alcun progetto specifico» recita l’incipit della nota stampa del Terzo polo. Il dibattito in città si fa sempre più caldo, sabato 17 giugno si è tenuta una manifestazione di alcune forze politiche che in tandem con le associazioni ambientaliste hanno ribadito la propria contrarietà al progetto del Milan: uno stadio da 70mila posti nell’area denominata San Francesco, 300 mila metri quadri collocati al margine nord-occidentale del comune di San Donato Milanese. Secondo le due forze politiche cittadine quell’area «è oggi vuota di significati e funzioni e si distingue per dimensione, accessibilità sovra locale e per la completa separazione dalla parte residenziale e produttiva della città».
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«Come Azione e Italia Viva – continua il comunicato
stampa - crediamo che al fine di far
emergere l’interesse generale in qualsiasi scelta amministrativa sia doveroso
considerarne i benefici, diretti e indiretti, congiuntamente ai relativi costi
(economici, sociali, ambientali, ecc..). Crediamo che tale approccio debba
essere utilizzato anche e soprattutto in questo caso specifico. Pertanto, a
oggi, non essendo possibile operare questa analisi per la mancanza del progetto
complessivo specifico, non possiamo esprimere una valutazione definitiva».
Fermo restando le problematiche ambientali che andranno governate al meglio, Italia Viva e
Azione elencano una serie di vantaggi che tale progettualità avrebbe sul territorio:
- Lo sviluppo di una migliore connessione della città (in particolare delle parti occidentali e, quindi, dei quartieri: Torri Lombarde e attuali palazzi uffici Eni; Poasco; Via di Vittorio e Certosa) con Milano (ad esempio attraverso possibili collegamenti metropolitani/tramviari lungo l’asse oggi percorso dal solo passante S1);
- La realizzazione di un collegamento diretto o comunque più veloce tra l’aeroporto di Milano Linate e San Donato con un potenziale collegamento M3,Stadio, M4;
- Il miglioramento della viabilità del sud-est milanese, potenziando eventualmente le due statali principali (Via Emilia e S.S. Paullese);
- La riqualificazione di un’area oggi degradata e priva di significato come è quella del San Francesco, e della fermata della stazione ferroviaria di San Donato;
- La creazione di un nuovo centro della socialità cittadina, immaginando un progetto che non si limiti al solo campo di calcio;
- Beneficiare dei maggiori oneri di urbanizzazione che potrebbero generarsi oltre a quelli già versati da ASIO srl e destinarli alla riqualificazione di altre aree della città o allo sviluppo di adeguati strumenti di mitigazione agli svantaggi evidenziati sopra;
- Interrompere la tendenza negativa di fuoriuscita degli investimenti sul nostro territorio (magari a seguito della succitata migliore connessione di San Donato con Milano) e creare una nuova pagina nella storia reputazionale e d’immagine della nostra città, in via di peggioramento.
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Appelandosi poi alla necessità di coinvolgere le
Istituzioni metropolitane e regionali il
Terzo polo afferma che «Qualsiasi
progetto che non affronti i suddetti svantaggi né porti alcuno dei vantaggi
elencati sarebbe totalmente inadatto per la nostra comunità. Così come sarebbe
inadatto qualsiasi progetto che si inserisca in una San Donato immutata
rispetto all’assetto odierno. Se San
Donato fosse lasciata sola, la nostra comunità non dovrebbe essere timida nel
considerare l’opportunità di tale progetto».
Non manca un giudizio tranchant sull’attuale Amministrazione comunale: «L’attuale maggioranza e l’attuale Sindaco
Squeri stanno operando inadeguatamente e con profonde contraddizioni. Il
silenzio di questi giorni sui confronti con la società e sulle loro posizioni
politiche è irresponsabile. La recente lettera del Sindaco, corredata di
affermazioni quantomeno dubbie, non aggiungendo alcuna novità, ha confermato
questo silenzio. Ha fatto intendere che una convenzione sia già stata firmata e
approvata dalla precedente amministrazione, in un chiaro tentativo di
scaricabarile, quando in realtà ciò che è stata approvata è una “bozza” di
convenzione, né compilata né firmata. E poi: come è possibile che il progetto
di uno stadio possa essere realizzato “senza modificare le quantità edificabili
già previste sull’area”? Questa schizofrenia politica non fa bene alla nostra
città e denota l’inadeguatezza degli attuali amministratori».
La proposta delle tue forze politiche di Renzi e Calenda:
- aprire un dibattito pubblico formale e vincolante scevro dall’infruttuosa dialettica bipolare SI vs NO che confronti, davanti e insieme alla cittadinanza, vantaggi e svantaggi di tale scenario;
- istituire una commissione consiliare preposta a consultare tutti gli atti amministrativi collegati ai confronti con le società interessate e agli eventuali progetti presentati;
- iniziare al più presto un dialogo con Città Metropolitana di Milano, Regione Lombardia e i Ministeri preposti al fine di istituire un tavolo di confronto che vagli tutte le possibili operazioni realizzabili comprese quelle accessorie e/o di compensazione;
- fare presente, a tutti i livelli, le carenze infrastrutturali e organizzative che San Donato avrebbe se uno stadio fosse inserito nell’attuale assetto urbanistico e amministrativo, cercando di cogliere qualsiasi proposta di intervento migliorativo.
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L’area di San Francesco
«Su questa area – spiegano Italia Viva e Azione - la precedente giunta ha approvato un progetto, presentato dalla società Sportlifecity Srl (procuratore di ASIO), per lo sviluppo di un’area a vocazione sportiva con un’arena di 18.000 posti, un residence sportivo, un centro fitness, un liceo scientifico sportivo e altri campi coperti/scoperti. In attuazione di una convenzione del 1993 con ASIO srl, precedente al progetto Sportlifecity, il Comune incassò in quegli anni più di 6 milioni di euro. In aggiunta a questi importi, la ASIO srl realizzò opere di urbanizzazione primaria (opere a favore della città) per altri 7 milioni di euro. Nonostante le opere eseguite e i contributi concessori versati, non fu realizzato nessuno degli edifici privati previsti dalla convenzione urbanistica. Pertanto, per l’attuazione del progetto Sportlifecity “non residua in capo al Soggetto Attuatore (Sportlifecity Srl, ndr) alcun obbligo di pagamento di somme a titolo di contributo di costruzione”, come stabilito nella relativa istruttoria tecnica».