Un weekend di elezioni: non solo la Francia al voto

In Slovenia Robert Golob, progressista, europeista e liberale, vince le elezioni parlamentari contro il populista conservatore Janez Jansa

Il fine settimana del 24 aprile ha visto la rielezione del presidente Macron, che si è aggiudicato il delle preferenze dei cittadini francesi (7,6% di voti in meno rispetto al 2017) contro il 41,5% di Le Pen. Ma il weekend ha visto anche un altro paese europeo al voto: la Slovenia

Oltre al (in)successo del partito La République En Marche, c’è stata un'altra vittoria, ben più marcata: quella del partito progressista di Robert Golob alle elezioni parlamentari slovene. Come fa notare Luciana Grosso nella sua newsletter sull’Europa, anche le elezioni in Slovenia sono da tenere in considerazione: «Nell’Europa di oggi, il cui consiglio prende decisioni all’unanimità e in cui basta il veto solo di uno per far saltare tutto, non esistono elezioni meno importanti di altre». 
Il neoeletto Robert Golob, 55 anni, è un ingegnere, ex imprenditore nel settore delle fonti rinnovabili e già Sottosegretario all’Energia. Il partito di cui è a capo, Movimento Libertà (GS), è nato solo un anno fa, e in origine era chiamato Partito d’Azione Verde. Conquistando il 34% dei voti e 40 seggi in parlamento, per formare un governo Golob dovrà avvalersi di una coalizione per raggiungere la maggioranza. A prescindere da ciò, l’elevato afflusso alle urne testimonia l’entusiasmo per queste elezioni: rispetto al 2018, in cui solo il 52% degli aventi diritto si era recato a votare, quest’anno quasi il 70% degli sloveni ha manifestato una preferenza al voto. Tale fenomeno può essere giudicato come una chiara risposta alla deriva autoritaria del governo uscente.

Infatti, la campagna elettorale del vincitore è stata improntata su temi di stampo progressista, come ad esempio la lotta al cambiamento climatico e la depoliticizzazione di giornali ed emittenti pubbliche, pesantemente osteggiate dall’uscente premier Janez Jansa. Quest’ultimo, conservatore, populista e a capo del Partito Democratico (SDS), ha ottenuto solo il 23,7% dei voti. Convinto sostenitore di Orban e Trump, la politica di Jansa è stata caratterizzata da posizioni discriminatorie nei confronti dell’immigrazione e da proposte di legge atte a limitare l’indipendenza della magistratura. Nel 2021, il governo sotto la sua guida era stato accusato di voler limitare la libertà di stampa, a causa degli svariati attacchi del premier contro giornali e media nazionali che contestavano il suo lavoro. Ad esempio, come scrive , Jansa aveva definito l’agenzia di stampa slovena (STA) «una disgrazia nazionale» e aveva accusato la radiotelevisione nazionale (RTV) di diffondere «bugie che ingannano la popolazione», pubblicando un tweet minatorio: «Chiaramente (voi giornalisti) siete troppi e venite pagati troppo bene». 

Nonostante il partito di Jansa, alla chiusura dei seggi, abbia espresso preoccupazione per «possibili interferenze russe nelle elezioni slovene, dovute al fermo e inequivocabile supporto del paese all’Ucraina», davanti ai numeri schiaccianti, il soprannominato Maresciallo Twitto (Jansa è rinomato per i suoi molteplici tweet) sembra che abbia accettato la sconfitta. 

Arianna Cerea