Parco Sud, Abate:«Si ad aree maggiormente tutelate, ma vanno ascoltati gli agricoltori che fanno vivere e tengono in ordine il Parco»

Il Sindaco di Pantigliate se la prende con una maggioranza che «grazie alla forza dei numeri, ha ignorato totalmente le necessità e le difficoltà degli agricoltori, ha votato in fretta e furia un progetto raffazzonato»

Franco Abate

Franco Abate

Il Sindaco di Pantigliate Franco Abate sollecitato da 7giorni riguardo il voto di astensione nella assemblea dei sindaci dei comuni del Parco Agricolo Sud Milano, ha spiegato le ragioni della posizione del suo comune:
«Giorni fa è stata votata una normativa riguardante la costituzione di parchi naturali innestandoli nel Parco agricolo – dichiara Franco Abate -. Vorrei chiarie la posizione di Pantigliate per evitare inutili strumentalizzazioni. Vediamo con favore la creazione di aree maggiormente tutelate ma riteniamo che questo non possa essere fatto senza la collaborazione di chi fa vivere il Parco agricolo. Pantigliate ha votato l’astensione a questo progetto e vorrei anche motivarlo in funzione del fatto che ho già visto il fiorire di considerazioni da parte di certe fazioni politiche che ancora una volta, grazie alla forza dei numeri che ha ignorato totalmente le necessità e le difficoltà degli agricoltori, ha votato in fretta e furia un progetto raffazzonato e concluso troppo frettolosamente. Qui non si parla di costruire o di cementificare - aggiunge l'esponente della lista Società e ambiente - ma si parla di lavorare i campi. Il parco agricolo come tale esiste perché esistono le cascine esistono gli agricoltori, le sorgenti della Muzzetta, le rogge, le strade bianche, i sentieri, vengono tenuti in ordine grazie soprattutto all’intervento degli agricoltori. Nel mio intervento durante la diretta (è tutto registrato) della riunione tra sindaci per il progetto sui parchi, ho manifestato la mia perplessità a questo progetto dove tutte le associazioni degli agricoltori: ConfAgricoltura, Coldiretti, hanno manifestato perplessità e contrarietà alle nuove regole per innestare un parco nazionale sul parco agricolo. Ho chiesto di rinviare la votazione e aprire di nuovo un tavolo con le rappresentanze degli agricoltori per ascoltare anche le loro necessità e considerazioni. Se non ci fosse stato il rinvio delle votazioni e riaperto un tavolo di trattative anche con gli agricoltori, il voto di Pantigliate sarebbe stato di astensione. La votazione purtroppo è stata fatta, anche perché troppi interessi politici in ballo, elezioni amministrative alle porte e necessità di facile consensi.
Siamo un Parco agricolo, con coltivazioni biologiche, con la possibilità di acquisti a km zero e niente importazioni, un Parco agricolo che serve la Città metropolitana tutta. Si sostiene che arriveranno nuove risorse per questi parchi ma difficilmente destinate direttamente agli agricoltori. È stata presa una decisione senza considerare chi silenziosamente ogni mattino presto si alza e fa sì che ognuno di noi trovi sulla propria tavola un prodotto locale fresco e non l’insalata del nord Africa o il rapanello cinese».