San Giuliano Milanese, l’Associazione per la salvaguardia e la valorizzazione di Viboldone denuncia il taglio degli alberi in duplice filare

«Quel paesaggio tra l'urbano e il rurale è compromesso. Possiamo limitare i danni? Ci piacerebbe passeggiare ancora sotto l'ombra ristoratrice di quelle piante ormai famigliari»

È proprio necessario procedere a questi espianti di pioppi cipressini che adornano il viale alberato che congiunge il borgo di Viboldone con annessa l'Abbazia degli a Umiliati del XIII al centro abitato di San Giuliano? E lo hanno fatto per trent'anni almeno, con le loro cime che puntavano verso il cielo, quasi a sfidarlo. Belli da vedere, svettanti, nel pieno del loro vigore. Era stato già segnalato al Comune e sui social e sulla stampa locale lo stato di disagio e di malessere che si provava nel passeggiare lungo il viale tra i filari ormai decaduti in parte. Si pensava che quelle piante lunghe, distese, abbattute fossero le uniche vittime della tempesta scatenatasi qualche mese fa e che i boscaioli mandati dal Comune si limitassero a ripulire le alberature e a sostituirle con nuove piante già cresciute. Invece stamattina sono ritornati a completare l'opera, con le ruspe e l'impianto di elevazione per cominciare dall'alto a capitozzare e a svellere come per punire la superbia di quei pioppi cipressini che svettavano altezzosi. Era proprio necessario?, ci chiediamo. Non ci si poteva limitare a tagliare le piante malmesse e recuperare tutte le altre? Invece sono state marchiate a rosso, come nei macelli gli animali da sacrificare per il nostro insaziabile appetito. Allora diciamo: fermatevi, non fate uno scempio non necessario! Provvedete a sanare la situazione di quegli alberi che sono in condizione di vivere ancora. Nel caso ricorrete ad una nuova perizia in modo da confrontare i risultati e le proposte eventualmente diverse. Come è accaduto per gli alberi che ornavano il parcheggio della Cascina Selmo, salvati da una seconda perizia che smentiva la prima. O come il duplice filare di Peschiera Borromeo, dove un gruppo di donne coraggiose ha affrontato e piegato le ruspe, aiutate dal resto della popolazione. Per noi gli alberi sono esseri viventi, che non si abbattono ma laddove possibile si curano. Questa deve essere la nostra missione: non fare tabula rasa ma convivere in armonia con il resto del Creato. È ancora possibile? Quel paesaggio tra l'urbano e il rurale è compromesso. Possiamo limitare i danni? Ci piacerebbe passeggiare ancora sotto l'ombra ristoratrice di quelle piante ormai famigliari. Speriamo che non sia del tutto compromesso quel paesaggio e quel duplice filare che è/era tra le bellezze sangiulianesi.

San Giuliano Milanese, 05/02/2024                                    

Paolo Rausa, Presidente Associazione per la salvaguardia e la valorizzazione di Viboldone