Abbandonare il milanocentrismo e puntare sulla valorizzazione dei comuni secondo un’ottica policentrica

Siamo alla fase finale dell’iter di approvazione del Ptcp, che si concluderà entro ottobre. Al nuovo Piano urbanistico di sviluppo territoriale e infrastrutturale della Grande Milano per la prima volta possiamo aggiungere l’aggettivo strategico, perché non si limita alla descrizione dell’assetto attuale, ma contiene strategie valide per i prossimi vent’anni. Ma cosa c’è alla base della pianificazione? Innanzitutto abbiamo individuato le potenzialità del nostro territorio, che concentra circa il 10% del Pil nazionale, ma che deve essere valorizzato per accrescere la qualità di vita dei cittadini, considerando che, secondo l’Ocse, siamo la terza provincia più popolata d’Europa dopo Parigi e Londra. Dopodiché abbiamo analizzato le strategie vincenti attuate dalle aree metropolitane simili alla nostra, ossia Parigi, Barcellona, Monaco e Londra. Per diventare maggiormente competitivi dobbiamo valorizzare i Comuni al di fuori della Città di Milano, passando dal “milanocentrismo” – con il Capoluogo a fortissima densità e la periferia utilizzata in forma estensiva e indistinta, spesso degradata – a una visione policentrica – in cui le singole identità territoriali siano interconnesse tra di loro, attraverso corridoi infrastrutturali, ambientali e comunicativi, che promuovano l’incremento degli scambi e delle relazioni. In tal senso importante sarà lo sviluppo del sistema di trasporto pubblico, che, nell’area del Sud Est Milanese comprende il progetto di prolungamento della metropolitana M4 (fino a Segrate e successivamente a Pioltello), nuove fermate delle linee S a San Giuliano (Sesto Ulteriano e via Tolstoj) e interscambi d’interesse sovracomunale a Pioltello (S5, S6 e R) e a Melegnano (S1 e S12).