All’anniversario della strage di Capaci: un’occasione per ribadire la condanna a cultura mafiosa, illegalità e violenza

A venti anni dalla strage di Capaci, dal più piccolo dei Consigli comunali alla più importante delle Regioni, è necessario dare un segnale netto e deciso: il nostro Paese è ancora in cammino per comprendere appieno la lezione di vita e di coraggio di uomini come Falcone. Il tragico anniversario deve rappresentare, soprattutto per i giovani, oggi duramente colpiti nelle coscienze e feriti nell'anima, un'occasione di attenta riflessione e di ferma condanna della cultura mafiosa, della illegalità e della violenza in ogni sua forma. Una data per non dimenticare anche tutte le altre, tristemente note. Un rinnovato impegno comune per contrastare con azioni concrete ed efficaci tutte le mafie, a difesa della legalità e della sicurezza di una società civile che vuole crescere in libertà. Una società che vuole continuare a investire sull'istruzione e sulla formazione dei nostri giovani concittadini per garantire loro un futuro all'altezza delle loro speranze e aspettative. Servono intese ferree, quindi, che ridiano spessore e dignità alla politica e la facciano diventare un baluardo della legalità e non, come troppo spesso accade, un’accozzaglia di fiancheggiatori più o meno consapevoli. La necessità è quella di costruire un reticolo di regole in grado di bloccare sul nascere appetiti e strategie. Si creino dunque occasioni giuste per far sentire la voce libera di chi lotta per la legalità. Siamo all’ultima chiamata per la politica e le istituzioni di creare un rapporto di credibilità e interlocuzione con un mondo giovanile mai così distante dal mondo della politica. E questo può e deve avvenire anche dalla lotta alla malavita organizzata che, ci ricordava pochi giorni fa Don Ciotti, è più forte «quando la politica è debole e la democrazia è pallida».