Cerro al Lambro: restituito alla cittadinanza il parco delle Rimembranze | Gallery |

Nel giorno del centenario della fine della Prima guerra mondiale, una commemorazione che lega passato e futuro

Il monumento ai caduti nel parco delle Rimembranze

Il monumento ai caduti nel parco delle Rimembranze restituito alla comunità nella giornata del centenario della fine della Prima guerra mondiale

«Un luogo dove i caduti possono finalmente avere il loro giusto onore» così Albino Mainardi, presidente dell’Associazione nazionale Combattenti e Reduci sezione di Cerro al Lambro, definisce il “nuovo” parco delle Rimembranze restituito alla cittadinanza domenica 4 novembre 2018 nel giorno del centenario della fine della Prima guerra mondiale.

Vialetti rifatti, venticinque irrigatori, nove lampioncini, un faretto fisso a terra per illuminare il monumento ai caduti e venticinque giovani cipressi a sostituire i vecchi alberi abbattuti (perché malati). Si presenta così, in questo centenario, il ristrutturato parco delle Rimembranze.

Alla commemorazione erano presenti, oltre al sindaco Marco Sassi e alla giunta comunale, l’associazione Combattenti e Reduci, il corpo musicale “G. Verdi” di Cerro al Lambro, il coro Allegro dell'Argentovivo e gli alunni della scuola primaria.

Il giorno della ricorrenza è stato anche un momento per la cittadinanza di stringersi attorno alle popolazioni che vivono nei luoghi della Grande Guerra, oggi flagellati dal maltempo.

Il corteo, partito dalla chiesa di Cerro, ha deposto una corona d’alloro ai piedi del monumento e il corpo musicale ha intonato l’inno nazionale mentre i reduci procedevano a issare il tricolore. Poi i bambini delle classi quarta e quinta della “Leonardo Da Vinci” hanno letto i nomi dei caduti e dispersi della Prima guerra mondiale corredati da età e luogo della scomparsa – grazie a una ricerca congiunta tra scuola, Ufficio tecnico comunale e archivio storico della Pro Loco – per poi depositare un fiore sotto il monumento. I più piccoli hanno invece letto un testo scritto dalle insegnanti, che hanno parlato in classe dei “Ragazzi del ?99”. Toccanti alcuni passaggi: «Anche se non vi conosciamo, da cento anni i vostri nomi sono scolpiti, insieme a tanti altri, sulla pietra bianca del monumento ai caduti. Vi hanno mandato incontro al nemico senza sapere neppure il perché... senza rendervene conto vi siete trovati soldati, negli anni più belli e spensierati della vostra giovane vita. Ecco, noi potremmo essere i pronipoti che sognavate di avere… bambini con cui avreste voluto giocare […]».

Importante la riflessione del presidente Mainardi, nel suo discorso commemorativo: «Che Italia è quella che stiamo consegnando ai nostri ragazzi e alle future generazioni? Viviamo in un tempo complicato, abbiamo forse perso il senso reale delle cose e della vita; non saprei dire se il vostro tempo fosse migliore, se la vita, i valori e gli affetti contassero di più. […] Quel che vedo e sento intorno a me non mi piace e vorrei che il vostro sacrificio e anche quello dopo il vostro, in un’altra guerra, fosse valso a consegnarci un Paese diverso, degno di voi, in cui parole come sacrificio, senso del dovere, responsabilità, solidarietà, coesione, rispetto per il prossimo e per l’ambiente che ci circonda, potessero avere un significato alto, vero».

Per questo la memoria assume un significato fondamentale, diventa un dovere morale e va continuamente nutrita. Come ha dichiarato il sindaco Sassi: «L’omaggio che tributiamo ai nostri caduti riconsegnando loro questo parco, è un modo per dare il giusto valore a chi ha perso la vita in guerra, affinché non passi l’idea che la memoria sia fatta solo di belle iniziative e bei discorsi ma sia qualcosa che va coltivato quotidianamente e per la quale dobbiamo tutti metterci nelle condizioni di ascoltare. L’amministrazione lo ha fatto restituendo il parco delle Rimembranze ai caduti e alla cittadinanza. Ma non dimentichiamo che la strada da fare è ancora lunga. Viva l’Italia, viva le Forze Armate».
Elisa Barchetta
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