Artefacendo: un viaggio nel mondo dell’arte con gli occhi dei bambini della scuola dell’infanzia di Mezzate a Peschiera Borromeo

Un'esplosione di colori, emozioni e creatività per salutare l'anno scolastico. Un progetto straordinario che ha trasformato la scuola in una piccola galleria d’arte

C'è un modo migliore per chiudere l’anno scolastico se non con un evento che celebra la fantasia e l’impegno di bambine e bambini? Alla scuola dell’infanzia di Mezzate, appartenente all’Istituto Comprensivo Rita Levi Montalcini di Peschiera Borromeo, la risposta è stata “Artefacendo”: una mostra sorprendente che ha trasformato gli spazi scolastici in un’esplosione di colore, bellezza e significato.

Fin dal primo passo all’interno dell’edificio, i visitatori sono stati accolti da un’ondata di colori vivaci, capaci di suscitare immediatamente emozioni positive: gioia, entusiasmo, energia. Le pareti raccontavano storie, le superfici parlavano con i toni dell’infanzia, della scoperta, dell’espressione libera. Un vero viaggio nel mondo dell’arte, filtrato dallo sguardo creativo dei più piccoli.

Un itinerario artistico tra i grandi maestri

L’esposizione ha proposto un percorso variegato, strutturato in tappe dedicate a grandi artisti del passato e del presente. Le bambine e i bambini, guidati dalle insegnanti, hanno reinterpretato le opere di maestri come Wassily Kandinskij, con i celebri cerchi concentrici, e Keith Haring, con i suoi iconici omini in movimento.

Non sono mancati gli omaggi alla pop art attraverso i lavori eccentrici e coloratissimi di Romero Britto, artista brasiliano forse poco noto al grande pubblico adulto, ma che i bambini hanno accolto con entusiasmo. Uno dei momenti più emozionanti è stato ritrovare la celebre “Onda di Kanagawa” di Hokusai, riprodotta con un sorprendente senso del dettaglio e della forza espressiva.

Arte e gioco, tra Tullet e Kusama

L’arte contemporanea ha trovato spazio con l’influenza giocosa di Hervé Tullet, artista francese ispirato da Bruno Munari, noto per aver trasformato l’arte in un’esperienza interattiva. I bambini hanno dato vita a un’opera sospesa collettiva, risultato dell’unione dei loro quadri individuali, con un linguaggio visivo che riflette l’energia e la libertà della creazione infantile.

E ancora, un omaggio a Yayoi Kusama, con la sua ossessione per i pois, rielaborata in chiave infantile: pallini ovunque, come forma di comunicazione, di gioco, di identità. Una modalità espressiva che ha permesso ai bambini di sperimentare la ripetizione come forma di sicurezza e riconoscimento.

Un ponte tra le epoche

L’esperienza è proseguita con riferimenti all’arte italiana del Novecento, come l’opera “Rosso plastica” di Alberto Burri, scoperta dai bambini durante una visita al Museo del Novecento. Questo momento è diventato lo spunto per esplorare le sfumature cromatiche, partendo dai colori primari fino a ricreare ritratti sia su carta che in 3D con la creta, un'attività che ha unito sensibilità artistica e sviluppo motorio fine.

Un sorprendente salto temporale ha portato i visitatori direttamente agli Uffizi, dove i piccoli artisti hanno riprodotto il doppio ritratto dei Duchi di Urbino di Piero della Francesca e persino una Gioconda in versione pop art, dimostrando una comprensione profonda, seppur spontanea, dell’estetica e della funzione del ritratto.

L’arte come strumento educativo

La mostra “Artefacendo” non è stata solo una celebrazione dell’arte, ma anche un potente manifesto educativo. Attraverso ogni lavoro esposto, traspariva la cura, la pazienza, la passione delle insegnanti. L’arte, nelle mani sapienti del corpo docente, si è rivelata strumento pedagogico privilegiato, capace di stimolare lo sviluppo cognitivo, emotivo, sociale e motorio dei bambini.

Manipolare materiali, tagliare, incollare, miscelare colori, progettare e realizzare sono azioni che favoriscono l’autonomia, la sicurezza e l’autostima. Ogni bambino ha potuto vivere la soddisfazione di creare qualcosa di unico, prendendo confidenza con i propri mezzi espressivi.

Il valore delle insegnanti e l’eco dell’arte

Alla fine del percorso, resta una certezza: senza l’impegno e la visione delle insegnanti, nulla di tutto questo sarebbe stato possibile. In un ambiente sereno, stimolante e inclusivo, l’arte ha assunto un ruolo centrale nella vita scolastica, aiutando i piccoli a esplorare il mondo e se stessi.

Come recita un antico proverbio giapponese, perfettamente richiamato a chiusura della mostra: «La mente dei tre anni dura per cento anni». È proprio in questi primi anni che si gettano le basi per una vita ricca di sensibilità, curiosità e capacità espressive.

Testo realizzato da una lettera di Maria Bacchetti (Nonna di Bea)