San Carlo, Peschiera Borromeo oggi festeggia il suo Santo Patrono; a 11 anni dall’istituzione, ha unito la città come nelle intenzioni?

Nel 2010 fu Luciano Buonocore, Presidente del Consiglio dell’allora amministrazione Falletta, l’ideatore di un Santo patrono cittadino, che avrebbe dovuto superare i campanilismi di frazione

Da sinistra Luciano Buonocore, Mons. Mario Delpini ora Arcivescovo di Milano e Antonio Falletta

Da sinistra Luciano Buonocore, Mons. Mario Delpini ora Arcivescovo di Milano e Antonio Falletta Dibattito pubblico in sala Consigliare "Riformare la Chiesa e la società”. 3 novembre 2011.

La lettera della Curia con il riconoscimento di San Carlo Borromeo a patrono della città

La lettera della Curia con il riconoscimento di San Carlo Borromeo a patrono della città

«Peschiera non ha mai avuto un patrono e da qui nasce la mia iniziativa - raccontava Luciano Buonocore il 17 giugno 2010 a 7giorni - rifacendomi alla famiglia della città, al Castello e alla storia del nostro paese, ho pensato che la scelta migliore fosse indirizzarsi verso un membro della famiglia Borromeo. Dopo che la proposta era stata accettata da tutti i sacerdoti di Peschiera, nel giugno 2009 ho scritto alle autorità ecclesiastiche e ho avuto un incontro con il vescovo della curia» spiegava l’allora Presidente del Consiglio dell’amministrazione Falletta. «In seguito, è stata mandata in Vaticano la richiesta ufficiale e qualche giorno fa (N.d.r. 18 maggio 2010) è arrivata la risposta positiva». La risposta del Vaticano fu tempestiva incentivata dal fatto che in quell’anno si celebravano i 400 anni di canonizzazione di San Carlo Borromeo. Nelle intenzioni del Presidente del Conisglio Luciano Buonocore e del Sindaco Antonio Falletta, tra gli obiettivi della nascita del patrono di Peschiera vi era il rafforzamento della comunità, creando un richiamo del territorio come appartenenza e soprattutto la caratura morale del personaggio che sarebbe diventato un modello da seguire. La figura storica è tutt'ora ricordata dalla Chiesa per essere un esempio rigoroso e fermo nella dottrina. L’allora parroco decano era raggiante per la scelta: «Sono contento e sicuro che un patrono unico ci aiuterà a sentirci più uniti come comunità» furono le dichiarazioni a caldo di don Claudio. Si perché fino a quel momento ogni frazione aveva il suo patrono, e per rendere la città più unità evitando contrapposizioni fra i cittadini delle diverse frazioni era opinione di molti che il patrono cittadino unico avrebbe contribuito a rendere migliori i peschieresi. Come per ogni scelta “politica” si levarono molte critiche, gli ambienti di sinistra affossarono la scelta per diversi motivi, il principale che nel 1583 Carlo Borromeo mise al rogo 10 persone in Belgio e in Francia, accusate di stregoneria e che non era il caso Istituire quella figura per Santo patrono. Critica con poco fondamento visto che nel sedicesimo secolo le leggi stabilivano il rogo come pena per chi era accusato di “stregoneria”. In quel frangente proprio l’intervento degli emissari di Carlo Borromeo permise di salvare 90 persone condannate. Altro grande argomento sollevato contro la decisione d'istituire San Carlo come Santo patrono, fu la difficoltà che avrebbe innescato quella scelta, a chi aveva figli in età scolare. Infatti fino al 2010, le scuole, gli uffici pubblici e le aziende celebravano la festa patronale il 7 dicembre, Sant’Ambrogio, all’unisono con il capoluogo meneghino. Fino al 2013, la Giunta Falletta ogni anno per il 4 novembre organizzava eventi, dibattiti e manifestazioni ludiche per la celebrazione del Santo Patrono, premiava i cittadini meritevoli, la cittadinanza apprezzava e partecipava con grande entusiasmo. Poi venne la volta della Giunta Zambon che nel 2014 non organizzò nulla per il 4 novembre, stop alla tradizionale caccia al tesoro che aveva regalato momenti di spensieratezza mettendo a fianco nonni e nipoti nella ricerca degli indizi. Si tenne solo la fiera di San Carlo domenica 9 a Linate. Nel 2015 addirittura fu cancellato ogni festeggiamento rispetto al passato, furono tenuti solo dei laboratori dedicati ai bambini. Infine venne l’era Molinari. Gli enfants prodige prestati alla politica, con buona pace delle intenzioni iniziali di Buonocore, hanno affossato progressivamente i festeggiamenti del Santo Patrono. Andando incontro alle richieste di alcuni genitori hanno ristabilito la chiusura delle scuole, il 7 dicembre, uniformandosi al calendario di Milano. Le manifestazioni non religiose, nel week end di San Carlo anno dopo anno, si sono accartocciate su se stesse, fino ad arrivare alla triste rappresentazione del Basilisco d’Oro nel salone dell’oratorio di Bettola, invece che in un luogo istituzionale più adatto all’evento civico. Quest’anno la nuova amministrazione Moretti si è insediata troppo sotto data, e sul sito comunale non c’è traccia di nessuna celebrazione civica. Questa Giunta avrà tempo un anno per capire cosa fare. Lo slogan del primo cittadino in campagna elettorale, era “Insieme SiAmo Peschiera”, a questo punto c'è da chiedersi: saremo Peschiera con la festa patronale di San Carlo Borromeo in pompa magna, o senza?
Giulio Carnevale
Il manifesto comunale della prima celebrazione di San Carlo Borromeo, il 4 novembre 2010

Il manifesto comunale della prima celebrazione di San Carlo Borromeo, il 4 novembre 2010