Alessandro Colucci: «Assistiamo a manifestazioni che vanno ben al di là dell’oggetto del contendere»

Quando si tratta di realizzare una infrastruttura, un impianto termovalorizzatore, un’opera pubblica in generale, emergono spesso posizioni ideologiche, del no a priori, di quelli che dividono il mondo in cattivi (tutti gli altri) e in buoni (loro e solo loro, depositari di un’unica verità). C’è sempre poca attenzione per le ragioni degli altri, poca voglia di confrontarsi e di accettare le decisioni delle Istituzioni. Sostengo questo proprio per il ruolo che sono chiamato a svolgere con la guida dell’Assessorato ai Sistemi verdi e Paesaggio di Regione Lombardia. Un ruolo che interpreto con la massima attenzione per la tutela del verde, dei nostri parchi, delle nostre foreste, della bellezza del paesaggio.
Ma proprio perché amo questa nostra Lombardia sono consapevole che un territorio, per essere mantenuto, ha bisogno di essere vivo, florido, economicamente forte. Un territorio in grado di dare ricchezza alle proprie comunità. Quindi, in una politica di piena condivisione, con scelte intelligenti e tecnologicamente avanzate, ritengo auspicabile che l’uomo intervenga e porti benefici e prosperità.
In Val di Susa, parliamo di infrastruttura ferroviaria, la meno impattante per l’ambiente e la soluzione che toglie traffico e merci dalle strade. Purtroppo, invece, assistiamo a manifestazioni che vanno ben al di là dell’oggetto del contendere. Si tratta di una violenza che diventa politica, militante con i ‘No Tav’,  che va ben oltre i temi messi in discussione dalle popolazioni residenti. Questa campagna d’odio è pericolosa e, purtroppo, trova spesso accondiscendenti movimenti e partiti dell’area della Sinistra radicale contigua al Centrosinistra.