Attacco a Barcellona: due italiani tra le vittime e critiche alla sicurezza

Sale a 14 il bilancio delle vittime a Barcellona, e a 130 quello dei feriti, in seguito all’attacco terrorista lungo la famosa Rambla: criticata la vulnerabilità della città

La Rambla a Barcellona nel periodo estivo

La Rambla a Barcellona nel periodo estivo

Attentato al cuore di Barcellona, si cerca il terrorista 17enne

Barcellona grida: «No tengo miedo», ovvero «Non ho paura», ma il terrore si è respirato lungo la famosa Rambla, fulcro vitale e turistico della città catalana. Qui un furgone, eludendo qualsiasi tipo di controllo, è riuscito a percorrere a 80 chilometri orari il noto viale pedonale per oltre 600 metri, uccidendo 14 persone e ferendone 130. Sono immagini alle quali è impossibile abituarsi, nonostante la loro ormai incontrollabile frequenza. Erano le ore 17 del 17 agosto, e tra le persone coinvolte vi sono anche italiani: Bruno Gulotta e Luca Russo hanno infatti perso la vita a causa della follia di un estremista islamico. Il 35enne Gulotta, di Legnano, si trovava lungo la Rambla insieme alla moglie e ai figli rispettivamente di 6 anni e 7 mesi. Il 25enne Luca Russo, di Bassano del Grappa, è stato invece travolto insieme alla fidanzata, la quale è ferita ma non versa in gravi condizioni. 

IL RICERCATO - L’autore dell’attacco e conducente del van, è un 17enne estremista islamico, Mousa Oukabir, e i testimoni raccontano di averlo visto sorridere mentre investiva i passanti. La suddetta carneficina rappresentava per Mousa il più grande obiettivo da compiere, poiché già da 2 anni esternava su Facebook il desiderio di «Uccidere tutti gli infedeli». Un odio che si è trasformato in terrificante concretezza. È riuscito a noleggiare il furgone utilizzando i documenti d’identità del fratello, il quale ha provveduto a denunciare il fatto, e attualmente il giovane terrorista è ricercato dalle autorità. 

PERCHE' LA RAMBLA - Ha scelto la Rambla quale simbolo di melting pot, dove centinaia di turisti e spagnoli svolgono la caratteristica passeggiata di un chilometro che collega Plaça Catalunya al Port Vell, avvolti da negozi bar e ristoranti. Basti pensare che la furia del van ha causato morti e feriti provenienti da ben 34 nazioni diverse

LE CRITICHE ALLA SICUREZZA - Ma com’è possibile che uno dei luoghi a più alto rischio si sia rivelato così vulnerabile? Al momento dell’attacco, a Barcellona vigeva il livello di allerta 4 (il massimo è 5), eppure sono proprio i controlli messi in atto dalle forze dell’ordine ad essere sotto esame. Qualcosa non ha funzionato, e la cosiddetta sicurezza “preventiva” e parsa inesistente: lungo la Rambla non erano stati posti gli ormai diffusi blocchi in cemento anti sfondamento, inoltre il furgone non ha incontrato alcuna resistenza lungo la sua folle corsa a zig zag, nemmeno uno sparo, il che implica l’assenza di poliziotti sul luogo. Il tutto in piena stagione estiva e di conseguenza durante il maggior flusso turistico: un obiettivo sensibile lasciato totalmente senza difese.

SVENTATO ATTACCO A CAMBRILS - La paura è continuata anche nella provincia di Tarragona, precisamente alle due del mattino a 120 chilometri a sud di Barcellona, presso Cambrils, località marittima. Sul lungomare cinque terroristi sono stati uccisi in uno scontro a fuoco, durante il quale ha perso la vita una donna, mentre sei civili e un poliziotto sono rimasti feriti. Gli attentatori indossavano finte cinture esplosive, e avevano cercato di scagliarsi con un Audi contro la folla. In questo caso la Polizia è intervenuta prontamente sventando una nuova strage. 

Nonostante i tanti episodi, da Nizza a Stoccolma, si continua ad assistere al reiterarsi degli eventi. Ancora un déjà vu di terrore, ancora un attentato, ancora un furgone lanciato sulla folla. Cambia sempre il dove, ma non il come o i perché. Anche la bellissima città catalana si annovera così alla ormai lunga lista di luoghi altamente turistici a subire un attacco terrorista, caratterizzato da una violenza cieca e disumana. Come e soprattutto dove ci si può considerare al sicuro? 


Stefania Accosa