Milano, viale Monza, caos piste ciclabili: non piacciono a nessuno. Truppo: «Progetto improvvisato»

I residenti e i pendolari minacciano sit- in e manifestazioni di protesta per la trasformazione di viale Monza ad una corsia e piovono firme di petizioni per presentare al Sindaco Sala le proprie rimostranze

Viale Monza

Viale Monza

Milano 2 settembre 2020 - Guai per Sala & Co., nemmeno il tempo di inaugurarlo che il progetto delle piste ciclabili di viale Monza sta creando parecchi grattacapi. I residenti e i pendolari minacciano sit- in e manifestazioni di protesta per la trasformazione di viale Monza ad una corsia e piovono firme di petizioni per presentare al Sindaco Sala le proprie rimostranze. Il traffico è già in tilt, ma le ciclabili non piacciono nemmeno ai ciclisti, per via della loro progettazione che non offre protezione ai cicloamatori, in quanto semplicemente "disegnate a terra con vernice". Dalla Commissione Viabilità del Municipio Due di ieri  spunta una novità ingombrante: l'Assessore all'Urbanistica Antonio Lamiranda (FDI) del Comune di Sesto San Giovanni fa sapere che la Giunta Milanese non si è coordinata con i progetti di ciclabili sestesi, per cui il tracciato si interromperà ai confini cittadini e presenterà discontinuità e fattezze diverse: «Non si capisce come sia possibile presentare come innovativo un tracciato che non protegge i ciclisti – sottolinea l’esponente della Giunta Di Stefano -. In Corso Venezia tutti hanno ben presente come le piste siano protette e ben progettate. L'utilizzo della carreggiata per le bici e la restrizione delle corsie scarica su Sesto San Giovanni i disagi delle code interminabili che si creeranno in entrata a Milano per via dell'imbuto strutturale».
Alla seduta consiliare le critiche sono piovute anche dal Municipio Due, così sintetizzate da Riccardo Truppo Presidente della Commissione Viabilità (FDI): «I lavori svolti come è già accaduto per le zone 30 e l'urbanistica tattica l'anno scorso, sono stati effettuati in pieno agosto per evitare evidentemente il dialogo con i tanti comitati, associazioni di categoria e i commercianti. Il progetto appare improvvisato, con lo spostamento della linea bus 56 in via Andrea costa per recuperare posteggi in via Padova che comunque saranno più che dimezzati (saranno centinaia di posti auto persi), con sensi unici e cambi di direzione non ragionati. Ora la posizione di Sesto San Giovanni ci dà la conferma che il tutto andava pensato meglio. Continua l'ideologia del Comune antiautomobilistica, preconcetta e acefala. Speriamo ci sia ancora margine di 'manovra' per ripensamenti, per evitare scene di guerriglia urbana».