Tentò di uccidere un poliziotto a Lambrate: chiesti 13 anni di carcere per l’imputato
Il processo in rito abbreviato si avvia alla sentenza: il 37enne marocchino accusato di tentato omicidio e altri reati

Christian Di Martino
16 gennaio 2025
Si avvicina alla conclusione il processo per Hassine Hamis, 37enne di origine marocchina, accusato di aver tentato di uccidere il viceispettore della Polizia di Stato Christian Di Martino la sera dell’8 maggio 2024, presso la stazione di Lambrate. La pm Maura Ripamonti ha richiesto una condanna a 13 anni e 4 mesi di reclusione per una serie di reati che vanno oltre il tentato omicidio. Il caso, che ha destato grande attenzione, vede Hamis imputato per resistenza, lesioni ad altri due agenti, porto di un coltello con lama di 20 centimetri, false dichiarazioni d’identità (avendo utilizzato 22 alias in passato) e diversi altri reati. Tra questi, le lesioni inflitte a una donna colpita alla testa da sassi lanciati e raccolti dalla massicciata ferroviaria, così come l’attentato alla sicurezza dei trasporti e il danneggiamento di un treno regionale.
Processo verso la sentenza
Il processo si svolge con rito abbreviato davanti alla gup Silvia Perrucci, che si pronuncerà il 23 gennaio. La giudice ha respinto una richiesta della difesa di perizia psichiatrica, ritenendo l’imputato non affetto da patologie mentali. Hamis è assistito dall’avvocata Tiziana Bacicca, mentre il viceispettore Di Martino, sopravvissuto all’aggressione grazie all’intervento dei colleghi e a successivi interventi chirurgici presso l’ospedale Niguarda, si è costituito parte civile con l’avvocato Massimo Del Confetto. Durante l’udienza, Hamis ha reso dichiarazioni spontanee, sostenendo di non essersi accorto che la vittima fosse un poliziotto. Ha inoltre affermato di essere perseguitato da alcune persone e di fare abuso di Rivotril, una benzodiazepina.
Un episodio che poteva finire in tragedia
L’aggressione avvenne in un contesto di grande violenza: Hamis aveva scagliato pietre contro treni in movimento, mettendo a rischio passeggeri e viaggiatori nella stazione di Lambrate, prima di affrontare il viceispettore Di Martino con un coltello. La prontezza dei colleghi dell’agente e i tempestivi interventi medici hanno evitato il peggio. Il caso rappresenta uno dei molti episodi di violenza a cui le forze dell’ordine si trovano a far fronte e ha acceso il dibattito sulla sicurezza nelle stazioni ferroviarie e sul controllo dei soggetti irregolari sul territorio. La sentenza è attesa con grande attenzione, anche per il suo valore simbolico e le implicazioni sui temi della giustizia e dell’ordine pubblico.
16 gennaio 2025