San Donato, vandalismi a scuola: il preside scrive a Comune, insegnanti e genitori

Fabio Favento, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo via Libertà, chiede al Comune di ripristinare il sistema di allarme e installare sistemi di videosorveglianza. Agli insegnanti di riflettere con gli alunni sul significato di “bene comune”

La scuola media De Gasperi

La scuola media De Gasperi

A distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, tra la fine di novembre e i primi di dicembre, la scuola Secondaria di 1° grado De Gasperi in via Agadir a San Donato, all’interno dell’Istituto Comprensivo via Libertà, è stata fatta oggetto di una serie di atti vandalici. Per ben tre volte, senza apparenti motivazioni se non il gusto di arrecare un danno alla comunità, ignoti si sono introdotti all’interno dell’area della scuola rompendo i lampioni della luce e i vetri di alcune finestre. Alla luce di ciò, il dirigente scolastico, Fabio Favento, ha indirizzato una missiva al Comune, agli insegnanti ed ai genitori degli alunni. «Gli edifici scolastici sono estremamente vulnerabili – si legge nella lettera - e, per chi è animato da cattive intenzioni, è fin troppo facile introdursi. I cancelli spesso rimangono aperti perché il meccanismo elettrico di chiusura si inceppa, l’impianto di allarme non sempre funziona e l’illuminazione esterna è scarsa». Per questo, pur nella consapevolezza del costo che ciò comporterebbe, il dirigente chiede al Comune di «attivarsi per il ripristino dei sistemi di allarme e anche per l’installazione di un impianto di videosorveglianza. Non vedo come si possa fare altrimenti per arginare simili comportamenti». Rivolgendosi ai docenti, Favento chiede loro di «lavorare con i ragazzi affinché comprendano il valore del bene comune, inteso come bene di tutti, nessuno escluso, e del vivere civilmente all’interno della collettività». Infine il preside invita i genitori a «riflettere con i loro figli su quanto accaduto e chiedo di vigilare sulle loro frequentazioni e sui loro orari quando non sono a casa. Non voglio pensare neanche per un momento che qualcuno dei nostri alunni possa essere coinvolto in questa storia».
Redazione Web

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