San Giuliano, 9 anni e 4 mesi di reclusione al maestro pedofilo

I genitori dei bambini vittime dell'orco, pensano ad un'azione legale contro la Scuola "Gianni Rodari"

la scuola Gianni Rodari di San Giuliano Milanese

la scuola Gianni Rodari di San Giuliano Milanese

San Giuliano Milanese, si è concluso il processo a Geppe Spicola, il maestro 64enne accusato di pedofilia. Il Tribunale di Lodi ha infatti ritenuto colpevole il maestro di aver compiuto atti sessuali con minorenni, nel periodo in cui insegnava alla scuola elementare “Gianni Rodari” di San Giuliano. È stato condannato ad una pena di 9 anni e 4 mesi di reclusione, nonché al risarcimento di 140mila euro a favore di ognuna delle sette vittime costituite parte civile. La sentenza implica inoltre l’interdizione perpetua dall'insegnamento. La vicenda ebbe inizio un anno fa, quando una delle bambine confessò alla madre gli strani comportamenti del maestro di materie tecniche. Per verificare le voci che alimentavano i gravi sospetti di pedofilia, la procura di Lodi ordinò ai carabinieri di intervenire. Nell'aula venne così piazzata una telecamera nascosta, che ha documentato come l'uomo avrebbe accarezzato e baciato in classe sette alunne di età tra i 7 e gli 8 anni: le faceva sedere sulle proprie ginocchia, accarezzandole al di sotto dei vestitini. In seguito alla visione dei filmati di un’ora e mezza che non lasciavano dubbi, Spicola venne arrestato nel marzo del 2014 e ora giustizia è stata compiuta. Eppure in questa vicenda vi sono altre ombre che si vanno a sommare ai già inquietanti episodi di molestie. I genitori delle vittime infatti, hanno sempre accusato il Comune e in primis la scuola elementare “Gianni Rodari”, di essere “assenti ingiustificati”. Mentre il maestro si difendeva sostenendo che si trattava solamente di gesti affettuosi e paterni, senza alcuna malizia, la scuola non si è mai esposta con un’accusa diretta nei confronti dello stesso, addirittura difendendolo all'inizio delle indagini. In seguito alla decisione del Tribunale di Lodi, sabato mattina di fronte alla scuola, si è creato un clima di protesta nei confronti proprio dell'istituto scolastico. Sono infatti comparsi degli striscioni ad opera dei genitori, con i quali rimarcavano il proprio malcontento per essersi sentiti soli durante la battaglia legale
Intorno a mezzogiorno, un gruppo si è riunito davanti ai manifesti, poi rimossi da due agenti della polizia locale, suscitando il dissenso tra i partecipanti all'iniziativa. L’obiettivo dei genitori era quello di poter dimostrare la propria amarezza, nel periodo che ha preceduto la sentenza, durante il quale è mancato, a detta loro, l’appoggio da parte della scuola e delle istituzioni, che li avrebbero inizialmente accusati di essere dei “visionari”. La scuola però, dissente riguardo alle accuse di indifferenza: «Noi come scuola – ha affermato la dirigente scolastica della “Gianni Rodari” a "Il Cittadino" - ci siamo immediatamente messi a disposizione della giustizia e dei genitori, facendo il nostro dovere fino in fondo». La dirigente si è invece così espressa in merito all'Orco di San Giuliano Milanese: «Dal punto di vista formale si è sempre mostrata una persona puntuale e precisa, non abbiamo mai ricevuto lamentele di alcun tipo nei suoi confronti, né tanto meno ci sono stati segnali che potessero destare preoccupazione, era anche considerato un buon insegnante, a tal punto che quando si è aperto questo caso siamo rimasti davvero tutti stupiti, nessuno poteva immaginare una cosa del genere». Il fatto che, anche a un anno di distanza e ad una sentenza emessa, i dirigenti scolastici sembrino ancora mostrare la propria incredulità, preoccupa e stupisce i genitori, dando adito a sospetti che non vengano pienamente appurati i requisiti degli insegnanti assunti, e che non vengano effettuati i controlli necessari a sventare certi crimini per salvaguardare la sicurezza degli alunni. «Queste vicende spesso si vogliono tenere sotto silenzio - ha dichiarato l'avvocato Speciale, Benedetto Bonomo di Brescia, legale delle bambine al quotidiano "Il Cittadino" - diversi genitori delle parti offese si sono sentiti in qualche modo invitati a non parlarne più, a non gettare cattiva luce sulla scuola. Bene ha fatto il tribunale a imporre, a fine pena, un anno di sorveglianza speciale. Ritenendo una pericolosità sociale di questa persona, che sarà obbligata a far sapere alle forze dell'ordine dove andrà. Valuteremo – conclude l’avvocato - se ci saranno anche i margini per coinvolgere civilmente la scuola. Sicuramente riteniamo che ci sia una responsabilità morale fortissima, nelle istituzioni cui affidiamo i nostri figli».