San Nicola il Santo protettore dei bambini e papà di Babbo Natale, il 6 dicembre porta i doni a quelli buoni e carbone a quelli più discoli

A Trieste, Gorizia, basso Friuli, Alto Adige, Bari, nei territori perduti istriani e fiumani, e in tanti altri luoghi d’Italia, la tradizione popolare è ancora forte, tanto che la memoria liturgica nella Chiesa cattolica se ben è facoltativa, in Italia è stata resa obbligatoria a partire dal 2017.

Friuli Venezia Giulia (Foto Archivio)

Friuli Venezia Giulia (Foto Archivio) Il vicegovernatore regionale Riccardo Riccardi (a destra nella foto scattata nel 2020) e il comandante provinciale di Trieste dei Vigili del Fuoco Mauro Luongo con il vigile nei panni di San Nicolò che è stato issato con l'autoscala sulla terrazza del Burlo per recare doni ai piccoli pazienti

Il 6 dicembre è una data davvero speciale per i bambini di Trieste, Gorizia, basso Friuli, Istria, Fiume, Alto Adige e Bari. San Nicola è pronto a portare loro doni, mandarini e dolci. I bambini sono al settimo cielo, scrivono letterine con i desideri più cari promettendo di essere più buoni e bravi. Vetrine piene di giochi, libri, dolci e addobbi scintillanti nei quartieri portano l'atmosfera della magia. San Nicola premia i bambini più bravi con regali e dolci, mentre a quelli più birichini porta solo del carbone. San Nicolò nelle immagini della tradizione appare vestito da Vescovo, col piviale, la mitria e il pastorale. San Nicola, si narra, venne a sapere che tre povere bambine della sua città, sarebbero state vendute come schiave, perché la famiglia non poteva assegnare loro una dote con la quale, divenute grandi, si sarebbero potute sposare. Allora il vescovo andò solo nella notte, fino alla casa delle povere bambine, e posò sulla finestra tre sacchetti pieni d'oro.
Dal culto di San Nicola nasce quello di Santa Klaus (ossia Saint Nikolaus) o semplicemente Babbo Natale, la cui icona fu resa celebre dalla Coca Cola che lo assunse come testimonial delle sue campagne pubblicitarie. San Nicola è nna delle figure sacre più venerate a livello mondiale è, conosciuto anche come San Nicola da Myra, San Nicola di Bari, San Nicola Magno, Santa Klaus e San Niccolò o San Nicolò con una “C” sola come lo chiamano in dialetto triestino e veneto-istriano. Basti pensare che se ben la memoria liturgica del Santo nella Chiesa cattolica è facoltativa, in Italia è stata resa obbligatoria a partire dal 2017. A Trieste, la celebrazione di questo Santo è stata favorita dall’istituzione del porto franco nel XVIII secolo, che ha portato commercianti da tutto il Medio Oriente. Una grande comunità greca si è insediata in città ed ha dato il via al culto diffusosi poi in tutto il territorio circostante. Ancora oggi la “Fiera di S.Nicolò” anima il Viale XX Settembre nella prima settimana di dicembre. La chiesa del culto Greco-Ortodosso in Riva III Novembre a Trieste è intitolata a San Nicolò e dal suo fianco parte l’omonima via che raggiunge quello che nell’Ottocento era il centro finanziario della città. Diocleziano perseguitò la vita di San Nicola, ma Costantino lo liberò. Pare che abbia partecipato al Primo Concilio di Nicea del 325, indetto dall'Imperatore Costantino per risolvere le controversie interne della Chiesa. La data della sua morte è sconosciuta, probabilmente nel 343. Nel 1087, 62 marinai partiti da Bari trafugarono le sue reliquie da Myra, che era stata conquistata dai Musulmani, e le portarono a Bari. In seguito, Venezia recuperò altri resti del santo dal suo sepolcro originale a Myra e li depose nella chiesa di San Nicola sul Porto del Lido.