Un libro “giallo” sotto l’albero: “Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno” di Benjamin Stevenson

A Ernie Cunningham le riunioni di famiglia non sono mai piaciute. Di sicuro c’entra il fatto che tre anni prima ha visto suo fratello Michael sparare a un uomo e lo ha denunciato, un oltraggio che non gli è ancora stato perdonato. Perché i Cunningham non sono una famiglia come le altre ...

Benjamin Stevenson e la copertina del suo

Benjamin Stevenson e la copertina del suo "giallo"

Abbiamo scelto di leggere questo libro attratti dal suo titolo senza dubbio accattivante. Poi l’entusiasmo si è placato di fronte alla difficile impresa di recensire un libro giallo in cui non molto si può raccontare senza incappare nella sciagurata evenienza di rivelare (o in termini più moderni “spoilerare”) dettagli che possano togliere al lettore il gusto della suspence. Non vogliamo che consideriate questa una scusa per giustificare una recensione composta da poche righe e pertanto proviamo a raccontare qualche elemento che possa aiutare a carpire l’attenzione che la singolare famiglia Cunningham sicuramente merita. La famiglia allargata si riunisce presso una struttura ricettiva di alta montagna in Australia, lo Sky Lodge, per una cena. Motivo del “raduno” è il festeggiamento per la scarcerazione di uno dei componenti, Michael. Il giorno stesso viene trovato ucciso un uomo che ha le vie respiratorie ostruite dalla cenere pur non avendo ustioni sul corpo. Cominciamo bene direte voi. Tutto si svolge in un ambito familiare abbastanza ampio che vede genitori, figli, mogli dei figli, zii e così via, la proprietaria del Lodge e un poliziotto incaricato delle indagini. Chi ci dà conto degli avvenimenti è il fratello di Michael, Ernst Cunningham, di professione scrittore e indubbiamente un brillante investigatore.Questi dichiara di rifarsi al noto “Decalogo del giallo perfetto” scritto da Ronald Knox nel 1929, ovvero dieci regole alle quali uno scrittore di romanzi gialli dovrebbe scrupolosamente attenersi nel rispetto del lettore.Seguendo queste regole, il racconto si sviluppa con l’utilizzo di flashback e ci porta a conoscere insieme ai componenti della famiglia, anche i fatti a loro occorsi e riconducibili a eventi delittuosi. Eventi che lo scrittore tiene a precisare siano effettivamente accaduti e che vuole raccontare prestando fede ad un principio di verità che costituisce un vero patto con il lettore stesso. Ecco allora che l’allegra famigliola riunita, rimane bloccata nel Lodge da una tempesta di neve che porterà con sé oltre al gelo anche nuovi omicidi, tra colpi di scena e personaggi intriganti che vi terranno avvinghiati al racconto. Sfido fin da ora chi si diletterà nella lettura di questo libro ad arrivare alla fine con le idee chiare su chi ha ucciso chi. Per tutta la narrazione infatti si è portati a sospettare di tutti e la soluzione, secondo le migliori tradizioni dei libri gialli, lascerà i lettori a bocca aperta. Un piccolo indizio … il piccione sulla copertina ha un suo perché! Dobbiamo confessare che ci siamo innamorati di Stevenson, pluripremiato commediografo e scrittore che utilizza una scrittura incredibilmente fluida e sorprendentemente ironica e spiritosa pur trattando fatti di natura non prettamente frivola. Un racconto geniale e a volte persino estroso, che vi saprà coinvolgere, riflettere e spesso sorridere. Senza ombra di dubbio, un libro da mettere sotto l’albero.
Cristina Coppa

Benjamin Stevenson
Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno
Feltrinelli editore 2022
€ 19,00

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