Elezioni Regionali 2023: aumenta l’astensionismo
Il diritto di voto è sancito dall'articolo 48 della costituzione, il voto è un dovere civico, che tutti i cittadini hanno.

A fronte delle elezioni regionali del 13 e 13
febbraio crediamo che, invece di enfatizzare il risultato del vincitore o di
analizzare le cause della sconfitta degli altri partecipanti, sia opportuno
focalizzarci sul tema dell’astensione. Il tema dell’astensionismo domina da
anni il dibattito politico. Elezione dopo elezione, tornata dopo tornata, la
partecipazione elettorale del popolo italiano è diminuita in maniera
sostanziale. Alle prime elezioni della Camera dei deputati (1948) partecipò il
92,23% del corpo elettorale, nel 2013 la percentuale era del 75,20%, per la
prima volta sotto la soglia dell’80% e alle elezioni regionali del 2023 in
Lombardia ha votato il 41,68% mentre in Lazio il 37,20%. Il diritto di voto è
sancito dall'articolo 48 della costituzione. Il cosiddetto elettorato attivo
(l’insieme delle persone che hanno la capacità giuridica di votare) è composto
da uomini e donne che hanno compiuto la maggior età. Quello che spesso si
dimentica però, è che oltre ad essere un diritto, il voto è un dovere civico,
che tutti i cittadini hanno. Nonostante questo, sempre più persone decidono di
non partecipare, anche perché nel nostro paese votare non è obbligatorio.
Risulta evidente come c’è una crisi della politica, una evidente divaricazione
tra proposta politica dei partiti
rispetto alle esigenze e bisogni dei cittadini. L’astensionismo è quindi una
causa correlata al fatto che le persone pensano che il proprio voto non cambi
le cose. In questi anni, malgrado le innumerevoli votazioni, il comune sentire
del cittadino è che osserva, in relazione alle proprie prospettive e a quelle
dei suo famigliari, una continua involuzione. Per sconfiggere l'astensione
occorre dare segnali di sviluppo e non di recessione come si è visto negli
ultimi anni. In Italia i salari sono fermi, la sanità pubblica è disastrata con
code di attesa interminabili, solo la sanità privata presenta punte di
eccellenza ma l’accesso a questo sistema è solo per le classi abbienti, il
mercato del lavoro è asfittico, le protezioni sociali risultano carenti e sarà
ancora peggio se, quando verrà abolito il reddito di cittadinanza, per le
persone occupabili non sia stato messo in atto un sistema di introduzione al
lavoro efficace. Quindi il comune cittadino si chiede perché dovrebbe votare?
Per continuare a perpetrare la casta? Questa è la sfida più importante che ha
la politica nei prossimi anni, quella di introdurre azioni e investimenti
finalizzati a migliorare le condizioni di vita delle persone e quindi a ridurre
le disuguaglianze. Una cosa è certa se questa tendenza all'astensionismo
proseguirà, salterà un elemento importante della partecipazione democratica, e
colpirà tutti i partiti dell’arco costituzionale.
“L’astensionismo
elettorale non pone solo ai partiti un problema di «recupero». È il segno che
la democrazia, come ideale politico, si sta appannando, anzi sta facendo una
semi-rotazione: dal basso all'alto.” - Ezio Mauro e Gustavo Zagrebelsky
Moreno Mazzola