La fase di aspra critica da parte dei M5S verso i comportamenti tenuti dagli altri partiti comincia a venire meno nei fatti
Quella modalità tanto vituperata da M5S, etichettata come la politica tra le scure stanze del potere e delle segreterie, è stata utilizzata anche da loro per raggiungere lo scopo di avere un Presidente della Camera

Roberto Fico, del Movimento 5 Stelle, e Maria Alberti Casellati, di Forza Italia
26 marzo 2018
L'opinione di Moreno Mazzola
Il primo passo è stato fatto: sono stati eletti i Presidenti di
Camera e Senato. Sono stati eletti con un accordo tra le forze politiche
che hanno vinto le elezioni del 4 marzo. Quella modalità tanto
vituperata da M5S, etichettata come la politica tra le scure stanze del
potere e delle segreterie, è stata utilizzata anche da loro per
raggiungere lo scopo di avere un Presidente della Camera in quota M5S.
La fase di aspra critica da parte dei M5S verso i comportamenti tenuti
dagli altri partiti comincia a venire meno nei fatti, perché il M5S
nelle fasi negoziali si comporta come gli altri senza differenza alcuna,
perché ci si accorge che la politica è fatta di confronto, discussione e
mediazione. Questa modalità il M5S la dovrà applicare anche nel
tentativo di formazione del prossimo governo italiano. Abbiamo
assistito a un fatto politico che prefigura potenzialmente una
maggioranza. Nei prossimi giorni e nelle azioni che ne seguiranno si
potrà capire se si tradurrà in una sfida di governo. Quindi è evidente
che c’è stata una contaminazione perché il M5S ha siglato un’intesa con
il Centrodestra e per i 5 Stelle questo fatto è la perdita dei
presupposti di nascita del movimento, dei duri e puri, di quelli che si
fa come diciamo noi o noi non ci stiamo. Dalle situazioni di questi
giorni è evidente un’incoerenza finalizzata alla conquista dello scranno
della Camera perché spesso M5S e Centrodestra si sono anche insultati,
predicando l’assoluta distanza mentre adesso si sono divisi gli
incarichi istituzionali con trattative assimilabili al modello in voga
durante la Prima Repubblica. Adesso bisognerà capire come sarà formato
il governo, chi sarà designato come Presidente del Consiglio e quale
sarà il programma di governo. Siccome nessuna forza politica è in grado
di governare da sola è evidente che le forze che formeranno il governo
dovranno rivedere il programma proposto agli elettori perché diventi
programma di governo. Francamente pensare a un governo tra M5S e
Centrodestra che pensi di applicare l’abolizione delle accise sulla
benzina, l’abolizione della legge Fornero, la flat tax e il reddito di
cittadinanza lo ritengo un danno per il paese perché non è chiaro oggi
dove si troverebbero i soldi per fare tutto ciò e si prefigurerebbe uno
scenario di non compatibilità con i conti economici italiani con tutti i
rischi del caso. Davanti allo scenario che si è aperto dopo le
elezioni, non ci sono facili soluzioni per uscire da questo stallo e la
soluzione non può essere quella di cercare di risolvere, di volta in
volta, il singolo problema senza portare avanti delle riforme di
carattere strutturale. I partiti non hanno solo il diritto, ma anche il
dovere di governare e orientare la società. Il Parlamento deve
esprimere una maggioranza che interpreti non solo le ambizioni delle
forze politiche, ma i bisogni fondamentali della gente. Al fine di
individuare soluzioni di governo occorre che le forze politiche abbiano
la capacità di fare un passo indietro per farne due avanti tutti
assieme. Non aspettiamoci tempi brevi per la formazione di un governo,
nelle precedenti elezioni Letta ha impiegato due mesi e mezzo, chiedendo
un’assunzione di responsabilità ai M5S ricevendo un rifiuto, e in
Germania ci sono volute sei mesi. Vedremo nelle prossime settimane se si
potranno trovare intese che superano la politica degli insulti, delle
denigrazioni proiettando la politica italiana in un contesto e scenario
diverso dai precedenti.
“In politica ci sono sempre due categorie di persone: quelli che la fanno e quelli che ne approfittano” - Pietro Nenni
Moreno Mazzola
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26 marzo 2018