Peschiera, amministrazione Molinari in affanno, in zona cesarini dribbla la mozione della minoranza e manda in panchina la CUC

Fra falli tattici, pressing, tecniche pindariche, cartellini rossi ai cittadini, il Presidente del Consiglio condiziona il Consiglio Comunale

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«Tutti fuori», cartellino "Rosso" ai presenti

Peschiera Borromeo 20 giugno 2018 -  In Consiglio comunale ancora una volta la maggioranza che sostiene il Sindaco Molinari ha dimostrato di non avere nessuna capacità di raccogliere e discutere i temi importanti per Peschiera Borromeo. Se la città avesse avuto bisogno di buoni amministratori di condominio che allocano le partite contabili da una capitolo all’altro, probabilmente questa amministrazione andrebbe bene, ma in fatto di lungimiranza politica e mancanza di programmazione, questa maggioranza è la peggiore degli ultimi vent’anni: celebra la normale amministrazione come traguardi programmatici. Non apre la discussione sui grandi temi in sospeso, che consentirebbero a Peschiera Borromeo di tornare a correre insieme al resto della Città metropolitana. Ad aggravare la precaria situazione c’è l’inconsistenza dei Consiglieri di Peschiera Riparte e Peschiera Bene Comune, mai  nessun intervento a sostegno dell’azione della Giunta, e nel dettaglio i rappresentanti dei cittadini non sono stati neanche capaci di spiegare i numerosi capitoli di spesa che hanno portato le variazioni al bilancio. Come ha ben spiegato Davide Toselli del M5S, appaiono in questa variazione, cifre scaturite da errori contabili o mancanze previsionali, «ci vuole più attenzione». Queste operazioni contabili liberano 140 mila euro che saranno impiegati per il rifacimento del tanto atteso tetto della palestra di Monasterolo. «Purtroppo sono ancora ben poca cosa - ha spiegato il Capogruppo di Forza Italia Luigi Di Palma - relativamente agli 11 milioni di Euro, risorse da incassare dagli operatori dei vari PII di Bellaria e di San Bovio ancora in alto mare a causa di una preoccupante apatia amministrativa». Attraverso il dialogo con le parti in causa sarebbe possibile formulare  ipotesi di concordato, che eviterebbero il lievitare delle spese per contenziosi legali che sempre di più pesano sul bilancio dell’Ente. Basti pensare che per il solo 2018 gli stanziamenti per il capitolo delle  spese legali è di circa 175 mila Euro. L’opposizione con eccezione del Movimento Cinque Stelle ha votato contro alle variazioni di Bilancio approvate dalla maggioranza. Ma la vera notizia emersa, grazie al Consigliere Lorenzo Chiapella (Pd) che contro l’ilarità del Sindaco Molinari, ha incalzato il primo cittadino con le sue domande, è che, la Centrale Unica di Committenza (CUC) di Segrate a cui il Comune di Peschiera ha aderito, non avrà più competenza su tutte le gare di appalto superiori a 40mila Euro, ma solo su quelle oltre 1 milione di Euro. Il  passo falso sulla gara di gestione degli asili nido, certificato dal Tribunale Amministrativo della Lombardia (TAR), oggetto di una mozione di minoranza, ha fatto cambiare idea a Caterina Molinari. La sfida fra il Segretario generale di Peschiera nei panni di Presidente della CUC di Segrate con il Responsabile Unico del Procedimento dirigente dei Servizi Sociali del Comune ha convinto il sindaco che i rilievi fatti dall’opposizione in questi anni erano fondati. Caterina Molinari come è suo costume, non ha accennato ad un minimo di autocritica, ha dribblato la mozione urgente poi bocciata, che chiedeva la separazione dei ruoli, esautorando di fatto il ruolo della CUC di Segrate,  mettendo l’organo intercomunale in panchina. Di fatto la sua decisione ha avuto l’effetto di  scaricare il suo Segretario Generale che ricopriva la Presidenza della CUC con un ben servito, evitando così lo strappo con i consiglieri della sua maggioranza che si erano ormai  convinti della incompatibilità dei ruoli. Il protrarsi dei contenziosi su ogni gara di fatto sta impedendo loro di dare seguito al programma elettorale che questa maggioranza sostiene. Tutto questo è accaduto in un clima surreale, dove nonostante l’azione “furbetta” del sindaco il vero “mattatore” è stato il  Presidente del Consiglio Isabella Rosso, che ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, ha dimostrato di essere inadeguata al ruolo che ricopre. Il colpo ad effetto, l’ha messo in campo all’ultimo punto dell’ordine del giorno. Quando si sarebbe dovuto discutere la Mozione urgente che chiedeva la separazione del ruolo di Segretario comunale e di Presidente della Centrale Unica di Committenza (CUC), il Presidente del Consiglio senza nessuna spiegazione ha deciso di farlo a porte chiuse, i presenti hanno ricevuto il cartellino “Rosso”, e hanno dovuto abbandonare la sala. Il comportamento del Presidente dell’adunata pubblica Isabella Rosso denota una cronica mancanza di sensibilità istituzionale, ed è irrispettoso dei  cittadini presenti in gran numero, proprio per ascoltare la discussione su un punto importante dell’assemblea cittadina. Se effettivamente la discussione pubblica era impossibile per via della divulgazione di dati sensibili, un buon Presidente del Consiglio lo avrebbe dovuto scrivere nella convocazione del Consiglio comunale, e se proprio fosse un esigenza sopravvenuta all’ultimo minuto avrebbe dovuto avvertire per tempo i cittadini presenti. E meno male che l’assemblea cittadina si era aperta con un appello del Presidente del Consiglio al “rispetto” reciproco.
Giulio Carnevale