Peschiera, possono essere anche le migliori scelte del mondo, ma se non sono annunciate e condivise, c’è un grave problema di incapacità al dialogo

Le polemiche sull’affidamento del Consultorio famigliare fino al 2038 ad una associazione cattolica, tengono banco in città, nonostante torni un servizio che mancava da 7 anni, l’aver tenuto il procedimento sotto traccia, alimenta sospetti e domande

Foto dalla Pagina Facebook del Centro per la Famiglia

La fondazione Centro per la famiglia Cardinal Carlo Maria Martini Onlus ha aperto i battenti questa settimana, riportando il Consultorio famigliare a Peschiera Borromeo, dopo 7 anni di assenza. Nel 2013 Regione Lombardia lo accorpò per motivi di bilancio con quello di Paullo. L’amministrazione comunale è stata travolta dalle critiche, ma non per il buon risultato, ma per il metodo. Come c’era da aspettarsi, non tutta la città ha accolto con gaudio e tripudio la scelta dell’amministrazione comunale di affidare in assoluto silenzio, senza nessuna discussione pubblica, la gestione di un consultorio famigliare costato 200mila euro, ad un’associazione non laica. Oggi i componenti della maggioranza bollano le legittime contestazioni sull’affidamento, come: «Una delle tante polemiche create ad hoc per attaccare l'Amministrazione in vista delle elezioni dell’anno prossimo». Governare implica responsabilità, e condivisione delle scelte con i cittadini, soprattutto quando si parla di un servizio appaltato per 18 anni ad un prezzo di locazione simbolico. Le cose vanno annunciate, spiegate, non vanno fatte di nascosto, anche quelle necessarie.
L’Iter non è passato nelle commissioni comunali, non è stato discusso in Consiglio, e tanto meno è stato fatto un confronto pubblico; è stato solo affare della Giunta, con buona pace anche delle due formazioni di maggioranza: Peschiera Riparte e Peschiera Bene Comune, ormai relegate al ruolo di comparsa. Troppe cose sono state nascoste, occultate, taciute. Anche se gli atti formalmente sono legittimi, inoppugnabili, e tutti i cittadini potranno usufruire di un servizio importante, il sindaco e questa amministrazione, oltre a riportare il servizio in città, avevamo una precisa responsabilità politica a cui sono venuti meno: dovevano condividere le modalità e lo svolgimento di tutta la procedura fin dall’inizio. Questa amministrazione è stata eletta al grido di “trasparenza negli atti”, e “condivisione delle scelte”, ma si è rivelata tutt’altro. La carica è pro-tempore, ma il metodo di amministrare della Giunta Molinari è spesso dispotico. La nostra Costituzione antifascista, tutela la pluralità, la libertà di culto, il diritto di critica e di proposta. Quando si fanno scelte che possono far pensare, a una parte della popolazione, anche solo lontanamente, che ci siano a rischio i propri diritti, non c’è da stupirsi se piovono critiche. C’è un grave problema di incapacità al dialogo. L’aver tenuto il procedimento sotto traccia, alimenta sospetti e domande, a cui si sarebbe potuto rispondere preventivamente con tutte le rassicurazioni del caso.

Giulio Carnevale