Cerro al Lambro: primo sopralluogo per far ripartire i lavori sull’area Ex Saronio di Riozzo

Messa in sicurezza degli stabili e rimozione della vegetazione a fine estate, poi caratterizzazione in vista della bonifica

Militari dell'Esercito effettuano il sopralluogo

Militari dell'Esercito effettuano il sopralluogo un primo step per valutare quanto occorre fare prima di avviare la caratterizzazione

Nella mattina di mercoledì 3 giugno 2020 l’amministrazione comunale, insieme ad alcuni rappresentanti dell’Esercito, ha effettuato un sopralluogo all'interno dell’area del Centro chimico militare ex Industria Chimica dr. Saronio che si trova nella frazione di Riozzo; con l’obiettivo di effettuare una valutazione dei costi per mettere in sicurezza gli stabili ancora presenti e in parte diroccati ed eliminare la vegetazione spontanea che ha ormai reso inaccessibili interi spazi del Centro chimico militare. Fine ultimo sarà quello di iniziare per la fine dell’estate i lavori di pulizia e messa in sicurezza degli edifici per poi redigere il piano di caratterizzazione dell’area, che di fatto aprirebbe la strada alla bonifica. L’impegno dell’amministrazione comunale resta quello di rendere l’ex Centro chimico militare area fruibile per tutta la cittadinanza.
7giorni ha contattato telefonicamente il Tenente Colonnello Andrea R. Agnella dello Stato maggiore dell’Esercito e capo della sezione “Protezione Ambiente”, il quale aveva seguito sin dall'inizio tutta la fase delle analisi sul sito per una possibile acquisizione dell’area a titolo gratuito dal Demanio da parte del Comune di Cerro al Lambro: «Con la fine dell’estate riprenderemo in mano la questione della Saronio; come già dichiarato ritengo che l’acquisizione dell’area avrebbe potuto velocizzare le tempistiche per la bonifica perché l’ex Saronio rientra tra i Siti di interesse regionale (Sir) e c’erano tutte le condizioni per assimilarla a una contaminazione storica in virtù di tutte le vicissitudini che ha avuto. Adesso Regione Lombardia ed Esercito collaboreranno per la messa in sicurezza e il piano di caratterizzazione e per quanto riguarda i costi ritengo che Regione sosterrà quelli per le prime fasi della caratterizzazione stessa, che verrà fatta una volta che gli edifici non coperti da vincolo saranno demoliti. Una volta analizzate anche quelle aree, sulla base dei dati che verranno fuori occorrerà fare una valutazione anche dal punto di vista di tecnica ambientale su quale potrebbe essere la soluzione più efficace per la bonifica. La soluzione più idonea potrebbe essere ad esempio il cosiddetto “sbancamento” del terreno, cioè eliminare uno spessore di venti centimetri per tutta l’area, ma essendo quest’ultima molto vasta si tratta di una soluzione che potrebbe avere un costo notevole. Esistono altre tecniche, come la rimediazione in situ o la ricopertura, quest’ultima ad esempio è stata utilizzata a Seveso dopo il disastro del 1976. Ci sono molte soluzioni, ma sarà possibile decidere la più idonea solo quando si avranno dati certi e completi e si capirà meglio quale sarà la destinazione d’uso dell’area. Una volta escluso il rischio sanitario, quello ambientale è strettamente collegato a una riqualificazione, perciò sarà un tipo di investimento che verrà fatto quando sussisterà un progetto definito per l’ex Centro chimico militare».
Elisa Barchetta
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