Mediglia, Residenza Borromea: «Mi sono deciso a scrivere dopo aver visto commenti negativi sulla vicenda coronavirus»

Un lettore scrive a 7giorni : «Ho visitato la persona ricoverata agli inizi di febbraio e poi non ho potuto più visitarlo perché mi è stato sconsigliato vivamente la visita. Non posso quindi pensare che le visite siano state accettate dopo il 23 febbraio senza fondati motivi o per reiterata insistenza dei parenti»

L'intervento delle Pompe Funebri alla RSA di Mombretto

L'intervento delle Pompe Funebri alla RSA di Mombretto

Sono amministratore di sostegno di un ospite della Residenza Borromea, e mi sono deciso a scrivere dopo aver visto commenti estremamente negativi sulla vicenda coronavirus, commenti che lascerebbero trasparire una pessima gestione della struttura.

Posso capire il dolore e lo sgomento di chi ha visto un proprio congiunto “sparire” dalla propria vita improvvisamente, senza il conforto di un parente e di una preghiera, ma non condivido il pessimo giudizio che ne traspare. Ho visitato la persona ricoverata agli inizi di febbraio e poi non ho potuto più visitarlo perché mi è stato sconsigliato vivamente la visita. Non posso quindi pensare che le visite siano state accettate dopo il 23 febbraio senza fondati motivi o per reiterata insistenza dei parenti. D’altronde, anch’io domani andrò a portare degli indumenti indispensabili ad una persona ricoverata in un centro di riabilitazione: ci sono delle necessità quotidiane che hanno bisogno di cura.

Conosco da qualche anno gli operatori e posso assicurare la diligenza e la passione con cui curano gli ospiti. Nel mio caso poi, mi hanno interpellato per diventare Amministratore di sostegno di un amico che stava vivendo una situazione estremamente difficile con i propri congiunti (e che rischiava di essere forzatamente trasferito in altra struttura distante da Mombretto, allontanandolo dal paese di residenza), sobbarcandosi di tutta una serie di procedure complesse con l’autorità giudiziaria e le forze dell’ordine. Questa sensibilità nei confronti degli ospiti l’ho sperimentata varie volte. Per la mia attività di volontario che accompagna gli ammalati in pellegrinaggio a Lourdes, frequento varie strutture e posso dire che (forse anche per la ridotta dimensione della struttura) che i livelli di pulizia e di animazione verso gli ospiti sono tra le più alte. Varie volte all’anno ad esempio si dà l’opportunità agli ospiti di fare una gita e per il 60° della mia associazione di cui sono presidente, l’ Oftal di Milano, più di 30 persone tra ospiti e parenti sono stati accompagnati in Duomo. In poche strutture si prendono queste incombenze piene di rischi e di fatiche supplementari.

Pertanto invito ad abbassare i toni e lasciare alle autorità competenti accertare se vi siano state delle violazioni delle procedure senza fare dei processi mediatici fondati sull’emotività del momento o sul dolore, comprensibile, di chi ha perso  un proprio congiunto. Invito anche ad avere più rispetto per chi in questi difficilissimi momenti opera anche a rischio della propria salute in contesti e ambienti così rischiosi: dovrebbero avere il nostro plauso e non le nostre invettive.

Confidando in una vostra più pacata e prudente informazione, vi porgo un cordiale saluto
Carlo Spinelli


Gentile lettore, la ringraziamo del suo contributo.

Per la prima parte della sua lettera potrà trovare ampia risposta nell'intervista che abbiamo fatto alla responsabile della comunicazione della Residenza Borromea a questo link.  Come potrà rendersi conto, la stessa Direzione ha confermato che le visite erano permesse anche sopo il 23 febbraio.

Rimandiamo invece al mittente il vostro invito di abbassare i toni e lasciare fare alle autorità competenti, perchè noi abbiamo sempre dato a tutti la possibilità di esporre il proprio punto di vista (non sempre tutti lo fanno, salvo poi tornare sui propri passi quando  il caso è ormai di dominio pubblico), non censuriamo mai nessuno se esprime il proprio pensiero con garbo ed educazione, raccontiamo i fatti, raccogliamo opinioni, facciamo le opportune verifiche, basandoci su dati e dichiarazioni ufficiali e se ci sono delle discrepanze le segnaliamo, questa è informazione non certo l'esasperazione dei toni. Là dove non c'è trasparenza, la Stampa fa il suo dovere, che è quello di informare. Il contrario sarebbe preoccupante. Poi la magistratura se lo riterrà opportuno svolga le sue indagini saremo ben contenti di riportare le conclusioni. Non è il nostro compito fare processi. Continui a seguirci.

La Redazione


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