l'Anpi ci scrive in merito all'Editoriale di Giulio Carnevale sul 25 Aprile

Per Francesco Natola presidente dell'Anpi sezione Peschiera Borromeo non è possibile mettere sullo stesso piano i crimini dei Partigiani e dei Fascisti

Buongiorno, in relazione all'articolo pubblicato sul vostro giornale, in data 29 Aprile 2015, ed in qualità di Presidente della sezione Anpi “Papà Cervi” di Peschiera Borromeo, ci tengo ad esprimere il mio pensiero riguardo a quanto è stato scritto.
Ritengo assolutamente inopportuno che vengano messe allo stesso livello, e sullo stesso piano di valutazione, le violenze, note e documentate, effettuate da fascisti e da partigiani.
Le motivazioni sono molto semplici; innanzitutto nei numeri. Dato per scontato che ogni singola morte possa portare dolore quanto tutte le altre, e rassegnandoci oramai al fatto che questo maledetto pianeta non smetterà mai, per ignoranza o per interesse, di massacrare vite spesso innocenti e indifese, è altrettanto vero però che, quelle di cui stiamo parlando, hanno a mio parere una disparità enorme. Non basterebbero tutti i fogli del vostro giornale per elencare tutte le atrocità commesse in quel disgraziato periodo storico; non solo nei confronti dei partigiani, ma verso chiunque osasse avere un pensiero diverso da quello imposto, sia esso politico religioso culturale o razziale.

Poi ci sono i modi e le motivazioni. Cito dal vostro articolo: “Quel ventennio vergognoso, dove la dittatura i crimini e la seconda guerra mondiale gettarono l'Italia in un profondo baratro…” ecco in quel baratro non ci avevano portato di certo i partigiani. Mentre ritengo che le loro azioni pre e post Liberazione siano assolutamente conseguenze a quanto commesso dai nazi-fascisti in quegli anni. 
Se la questione è se il 25 Aprile sia la festa di tutti o solo di qualcuno la risposta ce la dà la storia e il termine stesso che viene usato per ricordare quel momento “Liberazione”. Il resto potrebbe essere molto semplice, se noi tutti ci ricordassimo un po' più spesso, di quel meraviglioso pezzo di carta discusso, scritto e condiviso dai padri fondatori e dai cittadini italiani.
Le guerre si possono evitare certo, ma non si può evitare a chi le subisce, ribadisco, molto spesso in maniera ingiusta e senza averne colpa, di ribellarsi. Se non lo avessero fatto, oggi non avremmo nemmeno la libertà di scrivere e discutere su questo giornale. Se avesse vinto il fascismo ogni nostro giorno sarebbe stato atroce. 
 
Natola Francesco
Peschiera Borromeo (Mi)