San Donato, Azione e Italia Viva suggeriscono all’Amministrazione comunale cinque punti indispensabili nell’ipotesi “Stadio”
«Non siamo per il no a prescindere: se è chiaro che la realizzazione di uno stadio a San Donato comporti dei rischi, è altrettanto chiaro che potrebbe rappresentare un’opportunità»

In merito all’ipotesi di realizzare nell’area San Francesco di San Donato Milanese lo stadio di proprietà dell’AC Milan, i gruppi politici cittadini di Azione e Italia Viva in un comunicato congiunto esprimono il loro punto di vista, le loro perplessità ed i suggerimenti per un azione efficace: «Abbiamo atteso fino a questo momento per esprimere valutazioni di merito perché farlo prima, senza alcun dettaglio progettuale, non ci sembrava serio né, tantomeno, costruttivo. Lo stadio di per sé non è né la panacea di tutti i mali né l’origine di tutti i problemi. È un’enormità che se non governata in modo adeguato rischia di peggiorare la vivibilità di San Donato ma che, se governata con serietà, coraggio e lungimiranza, potrebbe anche migliorarla», questo l’incipit della nota stampa del 22 agosto 2023.
«Alla luce dei
dettagli progettuali trapelati a mezzo stampa – continuano i componenti del
Terzo Polo -, riteniamo che gli
interventi in studio per assorbire il flusso atteso dei tifosi siano
insufficienti e, soprattutto, incoerenti con le necessità di tutta la città di
San Donato. Prevedere delle modifiche alla viabilità (es. spostamento a Sud
dell’accesso all’area, in luogo del ponte oggi esistente e del cavalcavia di
Poasco) o al trasporto pubblico (es. ripristino del binario morto della
Milano-Pavia per la sola tratta Rogoredo-San Francesco) al mero scopo di
servire lo stadio, vorrebbe dire allo stesso tempo non risolvere i disagi sui
cittadini e non sfruttare a pieno le opportunità che tale progettualità
potrebbe portare all’intera città. In questo senso, riteniamo che
l’Amministrazione debba promuovere e richiedere, a qualsiasi livello, una serie
di interventi, tra i quali, a titolo di esempio e non come elenco esaustivo,
suggeriamo: (1)far viaggiare i vagoni della linea metropolitana gialla sui
binari oggi percorsi dall’S1, costituendo una nuova diramazione della M3 a
disposizione, anche durante le giornate senza eventi, della parte occidentale
dalla città (Torri Lombarde, Palazzi Uffici, Certosa, Via di Vittorio);
(2)estendere la validità dell’abbonamento urbano dei trasporti pubblici di Milano
(zona urbana Mi1 del STIBM) anche agli spostamenti all’interno del comune di
San Donato Milanese; (3)al fine di decongestionare la Via Emilia e la SS Paullese,
eliminare la tariffa prevista per la tratta Milano-Melegnano dell’A1, ampliare
il parcheggio di interscambio della stazione ferroviaria di Melegnano (anche in
vista del maggiore flusso di pendolari atteso con il ripristino della linea S12)
e proseguire l’iter del progetto per il prolungamento della M3 verso Paullo; (4)collegare
in modo più efficiente e rapido San Donato con l’aeroporto di Milano Linate; (5)valutare
la fattibilità dello sviluppo di un primo segmento di “linea circolare esterna”
nel Sud-Est Milanese che congiunga linee metropolitane e passanti ferroviari da
Assago a Opera e Melegnano, fino a Pioltello.
Questi interventi, necessari già
da molti anni, sarebbero indispensabili nell’ipotesi “Stadio”, in quanto
compensativi e di vera mitigazione ai disagi – certi – che la struttura creerà
sulla città».
Condivisione e concertazione questi i capi saldi dell’azione
proposta: «Riteniamo inoltre che –
continua il comunicato congiunto dei partiti di Calenda e Renzi -, debbano essere posti al centro delle
interlocuzioni con la società e con tutti gli Enti preposti i seguenti temi. Sicurezza e salvaguardia del decoro urbano:
è necessario creare infrastrutture in grado di isolare l’area durante gli
eventi sportivi affinché si abbiano meno disagi possibili per i residenti. In
quest’ottica nessun tifoso dovrebbe essere incentivato a raggiungere lo stadio
passando per le vie interne di San Donato, e bisognerebbe prevedere un’adeguata
presenza delle forze dell’ordine e un relativo coordinamento di zona. Attività commerciali:
nella consapevolezza dell’opportunità di sfruttare l’insediamento per aumentare
la diversificazione della proposta commerciale presente nella zona e della
legittima libertà d’impresa, bisognerebbe auspicare, durante i confronti con la
società, un maggiore bilanciamento nella ripartizione dei mq di superficie
edificabile (Slp) tra le funzioni “sportivo” e “commerciale”, affinché non
venga eccessivamente stravolta la ripartizione prevista con il vecchio
progetto. Ambiente: condividiamo la
richiesta di operare tutte le analisi necessarie volte alla valutazione
dell’impatto ambientale che tale opera avrà sui cittadini. Adottando, però,
un’ottica più ampia che confronti l’ipotesi “stadio a San Donato” con tutte le
altre ipotesi plausibili in campo».
Italia Viva e Azione concludono con delle considerazioni sulla vicenda su cui riflettere: «San Donato è riuscita nel tempo a preservare la sua vivibilità sia perché ha richiamato - grazie agli insediamenti del terziario che dal dopoguerra hanno avuto sede sul suo territorio - una popolazione di fascia culturale e retributiva superiore alla media, sia perché ha limitato le aree edificate a favore delle aree di verde attrezzato. Questo circolo virtuoso è oggi in pericolo (con la fuga di molte grandi aziende dal nostro territorio, scappano gli investimenti e, di conseguenza, le persone) ed occorre invertirne la tendenza. Non siamo quindi per il no a prescindere: se è chiaro che la realizzazione di uno stadio a San Donato comporti dei rischi, è altrettanto chiaro che potrebbe rappresentare un’opportunità. Occorre però che le necessità della città siano messe davanti a tutto il resto, e che l’intero progetto sia gestito con serietà, coraggio e lungimiranza».